Ospedale, passa il sì. Anche Bitonci vota a favore: «È il mio accordo»

PADOVA. C’è anche il sì di Massimo Bitonci alla delibera che autorizza Sergio Giordani a dare alla Regione le aree di Padova Est per il nuovo ospedale. Il voto in consiglio è arrivato a tarda notte ma il via libera non è mai stato in discussione, grazie alla posizione favorevole di Lega, lista Bitonci e Forza Italia. Scontato il sì della maggioranza, con l’eccezione critica, già annunciata, di Daniela Ruffini. Neutrali i tre di Libero Arbitrio, no di M5S. A settembre dunque si concretizzerà la cessione dei 52 ettari di terreni di San Lazzaro in piena proprietà e senza nulla in cambio all’Azienda ospedaliera, per la realizzazione di uno dei due poli (da 900 posti ciascuno) del futuro ospedale: Giustiniani da un lato, Padova Est dall’altro.
«Questo accordo configura una situazione nitida per il Comune e dà la possibilità di passare alla fase della progettazione in Regione. È stato un lavoro proficuo», ha spiegato il vicesindaco Arturo Lorenzoni nella sua relazione introduttiva. L’accordo sulla cessione delle aree è stato però modificato con un auto-emendamento dopo una riunione ieri pomeriggio con i vertici dell’azienda ospedaliera e dell’università, rafforzando proprio il ruolo dell’ateneo e lasciando al sindaco la possibilità di verificare esattamente i contorni catastali delle aree.
Per spiegare il suo voto a favore, l’ex sindaco leghista oggi sottosegretario va all’attacco: «È la nostra proposta che avete sempre attaccato. Ma se c’era speculazione edilizia prima come mai non c’è più ora? Penso a Salata e le pressioni che ha subito», afferma Bitonci rivolgendosi al liquidatore della Via San Lazzaro Properties presente in aula. «Avete tradito gli impegni elettorali, ammettetelo – ha concluso Bitonci – Ma io mi sono già messo in moto per trovare i finanziamenti a Roma. Perché forse non dormirò a Padova ma a questa città ci tengo più di lei». Ovazione del pubblico di “bitonciani”, che in aula hanno issato cartelli con la faccia dell’ex segretario Pd Massimo Bettin, artefice della sfiducia all’ex sindaco.
Ma è la formazione guidata da Matteo Cavatton a portare avanti l’opposizione: «Perché la giunta fa come i gamberi, va indietro rispetto all’accordo di Natale», spiega. L’avvocato ed ex assessore scatena il fuoco di sbarramento: prima si fa dare il testo del rogito di venerdì scorso minacciando una mozione sospensiva, poi presenta 8 emendamenti (3 dichiarati inammissibili). Emendamenti respinti dalla maggioranza. «Vi giudicherà la storia, spero non la magistratura», chiosa Enrico Turrin. Contrario il capogruppo M5S Simone Borile: «Io non mi fido. Avete cambiato le carte in tavola e non avrete il mio voto».
Nessun emendamento da Coalizione civica, anche se la consigliera “ribelle” Daniela Ruffini avrebbe voluto chiedere l’eliminazione dell’advisory board ipotizzato da Zaia e vincolare la realizzazione ai fondi pubblici. «Non mi convince questa operazione, né la costruzione del nuovo ospedale senza un vero progetto – ha spiegato Ruffini – Né i movimenti societari su quei terreni, ripresi nelle scorse settimane». «Chiediamo un impegno formale a non utilizzare il project financing», sottolinea Stefano Ferro, raccogliendo i timori del movimento arancione. —
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