Alla festa per il 25 aprile a Padova la Resistenza parla al presente, Mapelli: «Vogliamo Gaza libera»
A Palazzo della Ragione la Festa per il 25 aprile. Il monito di Giordani: «Libertà, stabilità e benessere, valori che vacillano»

«Il lecito dibattito sul riarmo europeo non ci deve mai far scordare, mai, l’essenziale impegno e sostegno all’Ucraina e alla sua resistenza. Così come vorremmo libera la popolazione di Gaza, decimata in questi mesi da un’orribile strage».
Lascia pochi dubbi la rettrice Daniela Mapelli, nell’intervento a Palazzo della Ragione per le celebrazioni del 25 aprile, ottant’anni dopo la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
L’attualità rende urgente non lasciare che quella esperienza ammutolisca nei libri di storia.

«Il nostro pensiero, oggi e sempre, deve andare a tutte le vittime di guerre anacronistiche, ingiustificate, memento per tutti di come il terribile rumore delle armi non sia ancora stato messo a tacere» ha esortato la rettrice che guida l’unico ateneo italiano insignito della medaglia d’oro al valor militare per il ruolo svolto nella Resistenza, un riconoscimento conferito al Bo il 12 novembre del 1945, dall’allora capo del Governo Ferruccio Parri.
LA CERIMONIA
Dopo l’alzabandiera nel cortile di Palazzo Moroni e la deposizione di tre corone dall’alloro in onore dei caduti, la cerimonia per la Festa della Liberazione è proseguita con un larghissimo seguito di cittadine e cittadini, tra le bandiere arcobaleno e tricolore e i cartelli per il cessate il fuoco “Anch’io ripudio la guerra” e “la sicurezza armata non ci rassicura”.

Dopo un minuto di silenzio osservato per la morte di papa Francesco, nel lunedì dell’Angelo, sono intervenuti il sindaco Sergio Giordani, la rettrice Mapelli e la presidente dell’Associazione nazionale combattenti Forze armate regolari nella Guerra di Liberazione, Anna Vivoda.
Ciascuno trascinando le istanze della Resistenza all’oggi. Un appello ai presenti a essere nel loro quotidiano come quelle staffette partigiane che cucirono con aghi spuntati un’Italia lisa e in scampoli.
GLI INTERVENTI
«Siamo tutte e tutti chiamati alla responsabilità civile di ricordare e tramandare alle nuove generazioni il valore di una Resistenza che ci ha permesso di vivere in un Paese libero e democratico» ha proseguito Mapelli, citando gli anni in cui il sapere, al Bo, divenne «strumento di liberazione, il pensiero critico un’arma contro la propaganda e l’oppressione».
Preoccupa l’attuale panorama geopolitico anche il sindaco Giordani, che rievoca l’Unione Europea, garante anche degli 80 anni di libertà, stabilità e benessere: «Valori che oggi sembrano vacillare per gli attacchi portati dalla rinascita di sovranismi e nazionalismi esasperati che nell’altro – sia esso un cittadino di un paese europeo o un cittadino del resto del mondo – vedono, nel migliore dei casi un estraneo, se non un pericolo», ha evidenziato.
Avere coscienza di errori e limiti di alcune politiche europee degli ultimi anni è il primo passo, «ma sarebbe davvero insensato abbandonare un progetto che poggia le basi proprio su quei valori di giustizia, libertà e uguaglianza», aggiunge il primo cittadino. Stride, allora, chi ancora mina quello spirito unitario.
«Mi dispiace per chi non ha ritenuto di partecipare a questa cerimonia, a chi vede nel 25 aprile qualcosa che è di una parte», il rammarico è di Anna Vivoda, che alla Resistenza associa l’immagine del nostro “secondo Risorgimento”.
«È una festa di tutti gli italiani, ricordiamocelo sempre», ha ribadito la presidente dell’Associazione nazionale combattenti Forze armate regolari nella Guerra di Liberazione.
Sotto la pioggia battente, uscendo sul Listòn, le hanno risposto le centinaia di padovani e padovane intonando in coro “Bella ciao”.
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