Padova, a Natale tutti chiusi. Aperti a S. Stefano Despar, Conad e Pam

PADOVA. A Natale sia i centri commerciali che i singoli supermercati, alimentari e non, saranno tutti chiusi, mentre il 26 dicembre saranno aperti quasi tutti, con orario tradizionale.
Aperture e chiusure
Il 25 dicembre, come già negli anni passati, in città resterà aperto soltanto l’outlet dolciario in piazza Garibaldi, lato taxi, dove andranno a lavorare dieci commesse fino alle 13. I supermercati che, oltre a Natale, resteranno con le serrande abbassate anche nella giornata di Santo Stefano saranno i punti vendita Alì, dove sono occupati 3300 collaboratori, le Coop, tra cui quelle in via Zabarella e di Cadoneghe in via del Santo, e i Famila, il gruppo commerciale che fa riferimento a Marcello Cestaro, ex presidente del Calcio Padova, il Pam local in piazza delle Erbe; per il settore abbigliamento chiusi (il 25 e il 26) Oviesse, Benetton Store, Coin. Chiuse solo a Natale le 70 bancarelle del mercatino nelle piazze. Il 26 dicembre saranno chiamati al lavoro i dipendenti di Despar, Conad e Pam e di quasi tutti i discount. Sempre solo a Natale chiusi tanti grandi magazzini, tra cui l’Ikea di San Lazzaro che, nel giorno della vigilia, abbasserà le serrande alle 18 (non alle 20) per permettere ai lavoratori di partecipare alla grande cena del 24 dicembre. A Natale saranno chiusi i centri commerciali più popolari, tra cui Le Brentelle a Sarmeola di Rubano e l’Ipercity a Mandriola di Albignasego. Ipermercati, però, che riapriranno il 26 dicembre: tuttavia numerosi negozi che si trovano nelle due grandi superfici commerciali hanno già comunicato alle rispettive direzioni che saranno chiusi pure a Santo Stefano. Primo anno di feste natalizie senza Rinascente, che ha dato l’addio a Padova il 17 febbraio scorso.
La politica di Canella
Tra i più “generosi” verso i propri collaboratori l’imprenditore Francesco Canella, fondatore di Alì Supermercati: «I lavoratori e le lavoratrici hanno tutto il diritto di non andare a lavorare e di festeggiare in famiglia sia il giorno di Natale che quello di Santo Stefano», sottolinea il popolare self-made man dall’alto dei suoi 86 anni. «Restando a casa due giorni consecutivi, avranno anche la possibilità di partecipare alle liturgie organizzate dalla Chiesa».
I lavoratori
I sindacati di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cil e Uiltucs-Uil) cosa dicono della scelta dei titolari dei supermercati di chiamare al lavoro le commesse e le cassiere anche il 26 dicembre?
«Purtroppo con il decreto Monti-Passera, approvato nel mese di novembre del 2011 e ancora in vigore, i titolari di centri commerciali e di supermercati, alimentari e non, compresi i singoli negozi, tra cui quelli del centro storico, possono fare quello che vogliono», spiega Fabio Paternicò, della segreteria provinciale Uiltucs. «Tuttavia mi permetto di ricordare alle commesse e alle cassiere, convocate a lavorare il 26 dicembre, che possono benissimo rifiutarsi di andare e lavorare senza incappare in alcun tipo di provvedimento disciplinare in base alle sentenze emanate dai Tribunali di Rovereto e di Trento». E osserva: «Noi dei sindacati del Commercio speravamo che questo nuovo governo giallorosso facesse qualcosa subito per regolare le aperture nei giorni festivi. Invece, siamo fermi a otto anni fa. E pensare che nella vicina Austria è tutto diverso: le feste sono onorate e rispettate con la chiusura di tutti i punti vendita». —
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