Padova. Addio a 600 cestini per la carta: "Sono usati come cassonetti"

PADOVA. Cosa si getta nel cestino della carta? Poco o niente. Prima di tutto perché AcegasApsAmga i cestini li sta rimuovendo; poi perché la vera filosofia green imporrebbe di tenerselo il rifiuto, e differenziarlo a casa. L’azienda di corso Stati Uniti, in accordo con l’Amministrazione comunale, ha deciso di rimuovere 600 contenitori in tutta la città, su un totale di 5 mila.
Uso scorretto
Tutto comincia da un comportamento scorretto e reiterato: usare i cestelli come scorciatoia alla raccolta differenziata: «Abbiamo cominciato a notare, soprattutto in centro» confermano da AcegasApsAmga, «che i cestini, invece di raccogliere le cartacce, erano diventati veri e propri cassonetti della spazzatura dove abbandonare il proprio sacchetto domestico». Il risultato erano cestelli stracolmi e traboccanti e raffiche di segnalazioni a palazzo Moroni e alla multiutility. «Per prima cosa abbiamo sostituito i cestini tradizionali» aggiungono dall’azienda, «con quelli coperti, soprattutto in centro, in modo da evitare l’inserimento della busta di spazzatura e salvaguardando l’interno anche dal vento che a volte trascina i rifiuti per strada».
Addio cestini
Ma l’ignoto incivile ha reagito addirittura scardinando (in zona stazione) il cappello dei nuovi contenitori. E l’azienda è ricorsa alla misura estrema: via i cestini. Quelli che siamo abituati a vedere sul marciapiede nascono come corredo alle fermate del bus, destinati a raccogliere i biglietti usati una volta scesi alla fermata. Ma secondo Aps in città sono in numero eccessivo rispetto alle esigenze: «Basti pensare» fanno notare, «che sono in numero superiore rispetto alle altre città e che avevano finito per non adempiere alla funzione per cui erano nati. A oggi ne abbiamo rimossi 300 e ne porteremo via altrettanti. Come prima conseguenza ci siamo già accorti che dove non ci sono più abbiamo eliminato alla radice il problema dei conferimenti scorretti e abusivi». Dunque la strategia pare aver funzionato. Le prime rimozioni hanno riguardato le zone più periferiche e nascoste: sotto i cavalcavia della tangenziale, dove il nomadismo dei rifiuti era la normalità; in parte alle fermate dei bus lungo via Venezia e al Portello.
Scontento
Ma non tutti sono contenti di questa scelta. Al Portello per esempio: «Scommettiamo» si lamentano i residenti, «che invece di scongiurare gli incivili si incoraggerà la maleducazione? Voglio proprio vederlo lo studente che si tiene nello zaino la lattina della bibita o le cartacce: finirà per abbandonarle per strada o dove gli capita se non trova un cestino a portata di mano». La risposta dei veri ecologisti è una doccia fredda: «In verità il rifiuto che dovrebbe andare nei cestini» spiegano da Aps, «ce l’abbiamo già con noi, che sia la bottiglietta d’acqua o la carta del pacchetto di sigarette: li avevamo in tasca o nello zaino prima di consumarne il contenuto, allora si tratta solo di riportarli a casa vuoti e smaltirli correttamente». —
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