Padova, alla Stanga e a San Lazzaro nomadi e giocolieri padroni dei semafori

Chiedono l’elemosina agli automobilisti fermi in colonna Manfrin, leader del comitato: «Degrado a non finire»
Un giocoliere al semaforo della Stanga (Foto Bianchi)
Un giocoliere al semaforo della Stanga (Foto Bianchi)

PADOVA. Da qualche tempo sono riapparsi ai semafori di via Venezia questuanti, accattoni, giocolieri e lavavetri. Ogni giorno, mattina, pomeriggio e sera, si piazzano agli incroci dei semafori che dal cavalcavia di San Lazzaro e arrivano alla rotonda della Stanga.

Ci sono i giovani giocolieri che con il semaforo rosso si posizionano davanti alle file di automobili in coda e fanno roteare le loro clave; ma anche ragazze con cerchi, bastoni e palle; c’è la donna rom che passa in rassegna auto dopo auto con la mano protesa in avanti a chiedere l’elemosina; c’è il lavavetri che propone una veloce pulita del parabrezza, magari efficiente, non sempre gradita dagli automobilisti. Insomma, un circo.

Chi passa per questa strada non può non accorgersi di come siano rispuntati, dopo parecchio tempo. Eppure durante la sua amministrazione l’ex sindaco Massimo Bitonci aveva redatto un’ordinanza proprio contro gli accattoni. Un’ordinanza che vietava di chiedere l’elemosina e che era volta a garantire ordine e decoro. «Né dopo l’ordinanza di Bitonci, né ora questi personaggi sono spariti», spiega Paolo Manfrin, storico presidente del Comitato Stanga, «ormai è una sorta di pit stop quello che si verifica ai semafori della zona Stanga. Gli automobilisti si fermano e subito vengono intrattenuti dal giocoliere e presi d’assalto dai questuanti. Ognuno ha una sua postazione. Il giocoliere, di solito, si mette o prima del cavalcavia di San Lazzaro oppure all’altezza della Decathlon, mentre i nomadi si concentrano nella zona davanti al centro Giotto».

Avrebbero come base un piccolo giardino che si trova proprio dietro a via Venezia, che lascerebbero in condizioni di assoluto degrado: «Vanno a riposare in questo parco, nel primo pomeriggio, soprattutto con la bella stagione. Il problema è che lasciano una sporcizia incredibile: dalle cartacce agli scatoloni».

Un altro problema, a detta di Manfrin, sarebbe poi la sicurezza di queste persone in strada. Ecco quindi la proposta provocatoria: «Purtroppo non sono abbastanza visibili e spesso rischiano di essere investite da automobili e moto. Dato che quello è diventato il loro posto e nessuno dice loro niente, bisognerebbe dotarle di giubbotti catarifrangenti. Almeno non correrebbero rischi».


 

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