Padova, alle superiori un prof su due è over 55

I dati del Miur sugli istituti cittadini: il record degli insegnanti più attempati è del Modigliani seguito dal Tito Livio
L'interno di una classe durante il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settembre 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
L'interno di una classe durante il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settembre 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

PADOVA. Generazioni sempre più digitali e insegnanti sempre più vecchi. Un problema che tocca anche le scuole superiori padovane, dove su due docenti uno ha più di 55 anni.

A parlare sono i dati pubblicati sul sito del Miur dalle stesse scuole cittadine. Nella sezione “Scuola in chiaro”, e in particolare all’interno del rapporto di autovalutazione redatto dai dirigenti scolastici, emerge il problema dei docenti piuttosto attempati e del notevole scarto generazionale che inevitabilmente c’è con gli alunni.

Per fare qualche esempio tra le scuole con professori più vecchi (over 55) ci sono il Modigliani (74, 3 per cento), il Tito Livio (67 per cento), il Belzoni (64, 1 per cento), l’Einaudi-Gramsci (62, 4 per cento), il Fusinato (59 per cento), il Marchesi (59 per cento), il Fermi (57,6 per cento), il Curiel (55,2 per cento), il Marconi (54,5 per cento) e il Nievo (49, 2 per cento).

«L’età “molto matura” dei docenti, accanto ai molti aspetti positivi, comporta inevitabilmente un mancato rinnovamento dei docenti stessi con il carico di energia e entusiasmo che esso comporta», si legge nella descrizione fornita al sito del Miur dal dirigente scolastico del liceo classico Marchesi.

Il liceo classico Tito Livio nella sezione “risorse professionali” parla invece di «un esteso gap generazionale tra gli austeri professori di un liceo classico del centro storico e le nuove generazioni di studenti», che però «se viene riconsiderata nella prospettiva dell’allungamento dell’età pensionabile determinato dalla vigente normativa, prefigura una condizione destinata a diventare sempre più comune, di cui si dovrà tener conto in tutti gli ordini e tipologie di scuole».

Il preside dell’istituto tecnico Marconi riguardo all’età avanzata dei propri docenti scrive: «Se da un lato ciò garantisce esperienza, dall’altro può incidere negativamente nella ricerca di nuove soluzioni didattiche sia per impostazione mentale che per mancanza di energie».

Ed effettivamente è così. Negli ultimi tempi non si è registrato un gran turnover. Persino i supplenti sono piuttosto avanti con l’età. Di insegnanti a tempo indeterminato con meno di 35 anni praticamente non ne esistono. Tra le scuole sopra elencate solo due hanno un docente così giovane, il Belzoni e il Nievo.

«Purtroppo c’è un invecchiamento generale della classe docente dovuto fondamentalmente a due fattori. Il primo è il cambio del turnover, il secondo è l’aumento dell’età pensionabile», spiega Antonio Pantano segretario provinciale di Flc Cgil Scuola. Un invecchiamento che ha i suoi lati positivi e negativi. «Il vantaggio è una certa esperienza degli insegnati, lo svantaggio una distanza generazionale di linguaggi e di esperienza che indubbiamente pesa. E poi anche in termini di affaticamento è diverso insegnare quando si è giovani e quando si è sopra i 55 anni».

Parlando di numeri, circa 200 docenti nella provincia di Padova sono prossimi alla pensione, una novantina solo nelle scuole primarie. «I numeri sono alti», commenta Antonio Pantano. «Il problema è che la politica degli organici è insufficiente. E poi in Italia si entra in ruolo in età troppo avanzata».
 

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