Padova, alloggi B&b raddoppiati. L’allarme di Ascom: «Affitti brevi da regolare»
L’allarme dell’Ascom: a Padova un fenomeno di erosione che non c’è alle Terme: «Il peso dell’extralberghiero è fortemente aumentato. C’è necessità di posti letto»
Sono gli alloggi turistici ad aver assorbito il boom turistico di Padova, lasciando qualche briciola alle strutture alberghiere.
Un fenomeno che non si è ripetuto alle Terme, dove la modalità di soggiorno preferita dalla quasi totalità dei visitatori resta la camera d’hotel, con annesse strutture di wellness private.
Certo sono due modalità di visita diverse – vacanza relax o itinerario culturale – ma i dati portano l’Ascom a mettere in campo una considerazione che è al contempo un appello alla politica: «Se l’offerta alberghiera è insufficiente gli affitti brevi diventano il vaso di espansione naturale con un conseguente aumento del costo della vita collegato all’aumento degli affitti lunghi – sottolinea il presidente Patrizio Bertin – È un ragionamento di prospettiva che va fatto anche in chiave di nuove strutture. Soprattutto se, come sembra, il centro congressi comincerà a viaggiare a pieno regime».
Un riferimento chiaro a due progetti che stanno a cuore a Bertin: un nuovo hotel che PadovaHall è intenzionata a realizzare (affidandone poi la gestione a una catena esterna) sopra il padiglione 11, a fianco del Padova Congress. E poi l’Arena della musica, il cui progetto è stato rilanciato in questi giorni e che potrebbe avere un’accelerazione a fine gennaio.
La trasformazione in 10 anni
Ascom ha incrociato i dati del sistema statistico della Regione con quelli dell’Istat. «Il risultato è interessante perché evidenzia come un fenomeno molto più duttile com’è quello degli affitti brevi sia stato in grado di intercettare una domanda crescente di alloggi turistici».
Nel 2013, infatti, a Padova c’erano 51 hotel con 3.029 camere e 5.736 posti letto; dieci anni dopo ne restano 47 con 5.176 posti letto e 2.711 camere. Sempre dieci anni fa in città il rapporto era di 574.931 arrivi alberghieri e 43.544 extralberghieri. Dieci anni dopo ci sono 614.307 arrivi alberghieri e 158.545 extralberghieri.
Quello che è cambiato è soprattutto che i posti letto in strutture che non sono alberghi sono passati da 2.096 a 5.830, più che raddoppiati. «Pur diminuendo i posti letto, aumentano gli arrivi, segno di una maggiore attrattività della città che si è tradotta in una maggiore occupazione delle camere – osserva la presidente di Federalberghi Monica Soranzo – E poi ad un turismo in forte espansione fa fronte un extralberghiero che vale circa un quarto dell’alberghiero quando dieci anni prima ne valeva il 7,5%.
Un fenomeno che non si è visto alle Terme, dove le strutture extralberghiere restano nettamente predominanti: «Una conferma di come il turismo termale sia cambiato nel corso degli anni con più arrivi e meno presenze, ma con la ricettività extralberghiera che resta comunque marginale», osserva l’Ascom.
«Tornando a Padova, per fortuna non siamo ancora ai livelli di New York, di Barcellona o di Firenze, però anche la nostra realtà non è esente da problematiche connesse all’aumento degli affitti brevi», conclude Bertin.
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