Padova, arriva la “casa funeraria” e il quartiere annuncia rivolta

Padova. Sta per aprire, in via Turazza, la prima “casa funeraria” privata del comune di Padova. Il cantiere è aperto da luglio 2018 e ormai le costruzioni sono visibili anche dalla strada: una serie di casette, non di grandi dimensioni, incastonate tra i palazzoni della Stanga. Contrariamente a come suggerivano alcune voci, non ci sarà nessun cimitero e nemmeno propriamente un obitorio, anche se forse è proprio questo il paragone che più si avvicina. Ma fra i residenti del quartiere sta già montando la polemica.
La legge
La legge regionale, dal 2010, consente alle imprese private di attrezzarsi con “case funerarie e sale del commiato”: si tratta di un luogo di raccordo tra l’ospedale e il cimitero, dove poter dare l’ultimo saluto al proprio caro estinto con più calma e privacy. Nelle salette si possono allestire camere ardenti o anche organizzare cerimonie funebri non religiose. Dovrebbe esserci anche una sorta di obitorio, anche se la definizione non è del tutto corretta dal momento che la legge non consente ai privati di svolgere “attività obitoriali”.
Primi esempi
In provincia di Padova, a Cadoneghe, è stato inaugurato un altro esempio di casa funebre poco meno di due anni fa. In quel caso, la struttura è stata edificata accanto al cimitero. Ma nell’area di via Turazza c’era un capannone in disuso, ormai fatiscente e abbandonato da molti anni, e l’Amministrazione comunale è stata ben lieta di accordare il permesso di costruirci sopra: i volumi occupati rimangono più o meno gli stessi (circa 3 mila metri cubi), non c’è consumo di suolo e l’opera è stata inquadrata come riqualificazione urbana, perché il capannone è stato rimpiazzato da strutture nuove di zecca.
Critiche
Di opinione diversa sono molti residenti, che di “riqualificante” nella casa funeraria vedono ben poco. All’avvio del cantiere, dice qualcuno, si era parlato di ambulatori specialistici, che avevano incontrato il favore di molti. Poi le strutture (tutte con i tetti a punta) hanno iniziato a far sorgere qualche sospetto e hanno iniziato a diffondersi voci diverse. Finché la verità è venuta a galla: dietro l’impresa che si sta occupando dei lavori c’è la Santinello, una delle maggiori imprese funebri cittadine. E chi abita in zona non l’ha presa bene: «Quanto può essere piacevole affacciarsi e vedere un viavai di bare?», dice una residente. «Dalla mia finestra si vede tutto, per me è terribile. Io non voglio più vivere qui, ho messo in vendita l’appartamento. Ma chi la comprerà una casa con vista sull’obitorio?». L’anziana signora, che ha già tentato l’azione legale, non è l’unica di questa opinione. Insieme a lei c’è un nascente comitato di residenti, che per le prossime settimane annunciano già raccolte firme contro l’inaugurazione della nuova struttura. —
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