Aumenta il costo del caffè al Pedrocchi: sale a 1,50 euro
Al Cavour la tazzina si paga 1,60. «Sono ritocchi necessari per far fronte agli aumenti». Ma c’è anche chi resiste: al Caffeine è ancora a 1 euro: «Spalmo i rincari su tutti i prodotti»
Da ieri, 7 febbraio, la tazzina di caffè al Pedrocchi, costa 1,50 euro. Un nuovo prezzo che coglie di sorpresa i clienti perché fino a pochi mesi fa, lo stesso prodotto al banco costava 1,20 euro.
L’aumento porterà tuttavia benefici anche alle casse del Comune perché, dal 2013, grazie all’accordo di gestione, il 12,5% del fatturato annuale del Pedrocchi va a Palazzo Moroni.
Nel frattempo, alla luce dei costi crescenti che stanno coinvolgendo bar e ristoranti del Padovano, la maggior parte dei locali ha aumentato il prezzo della tazzina di caffè. In testa a tutti resta il bar Cavour, nella piazza omonima, con 1,60 al banco, mentre in tutti gli altri locali il costo oscilla tra 1,20 e 1,50 euro.
Quest’ultimo è il prezzo che si paga, ad esempio, al Caffè V in via Roma e da Graziati in piazza dei Frutti. Costa 1,40 all’Antico Forno, sia in via San Clemente che in piazza Insurrezione, mentre si ferma a 1,30 in quasi tutti gli altri bar, tra cui Sugo, Goppion e Serafina.
Pochissimi, invece, i locali dove il caffè al banco costa ancora 1,20. Tra questi si contano i due Al Mercà (sotto al Salone e in piazza dei Signori) e il Fly in Galleria Tito Livio.
Ma i rincari non colpiscono solo il centro storico: l’aumento, infatti, è arrivato anche nei quartieri. Ad esempio, dall’inizio dell’anno, la tazzina di caffè costa 1,40 euro anche alla Caffetteria Arcella, in via Tiziano Aspetti: qui, però, non c’è alcun supplemento in caso di servizio al tavolo.
«Avrei voluto tenere il prezzo più basso, ma gli ultimi aumenti di materia prima, gas ed energia elettrica non mi hanno consentito di restare a 1,30» sostiene il titolare Gianni Coccato.
L’Appe, l’Associazione dei pubblici esercizi, alla quale è iscritta la stragrande maggioranza dei locali pubblici del territorio, ha redatto una nota che viene incontro alle scelte dei gestori di aumentare tanto la tazzina di caffè quanto gli altri prodotti.
«Dallo scorso giugno ai dipendenti, per il rinnovo del contratto nazionale, spettano 50 euro in più a testa per 14 mensilità» scrive l’Appe «a giugno 2025 scatterà un altro aumento di 50 euro. E così via sino al 2027».
Laddove prima si facevano 160 tazzine, con lo stesso importo oggi se ne fanno 130. «Per ogni dose» chiosa la categoria «servono dai 6 agli 8 grammi. Ogni mese che passa, il prezzo della materia prima continua ad aumentare».
Dal canto suo, la presidente dell’Appe Federica Luni commenta: «Non è un aumento pesante. Siamo di fronte a un ritocco che è necessario perché intorno alla semplice tazzina c’è tutto il lavoro che i baristi devono portare avanti con costi di gestione che stanno crescendo mese dopo mese». Eppure c’è ancora chi trova la forza per andare controcorrente: «Noi il caffè al banco lo facciamo pagare un euro e spero di riuscire a garantire questo prezzo fino alla fine del 2025» sostiene Jacopo Morelli, titolare del Caffeine in via Roma «la materia prima subisce rincari continui, ma io cerco di “spalmare” l’aumento su tanti prodotti. La qualità resta fondamentale. Spero non ci siano altre sorprese e che la mia tazzina possa restare invariata per tanti mesi. Al momento non prevedo aumenti».
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