Uccisa da un’auto a Padova mentre va al bancomat: la Procura dispone l’autopsia

Sandra Pegoraro è stata vittima di un incidente il 22 dicembre: si è spenta il primo gennaio. Era sopravvissuta nel maggio 2022 a un tentato femminicidio: l’ex è in carcere

Edoardo Fioretto

 

È stata disposta l’autopsia sul corpo di Sandra Pegoraro, la cinquantaquattrenne investita sull’attraversamento pedonale di via Pontevigodarzere e deceduta in conseguenza alle ferite riportate il pomeriggio del Primo gennaio.

Nel maggio 2022 era sopravvissuta a un tentato femminicidio da parte dell’ex compagno, Stefano Fattorelli, 54 anni, ora in carcere con una condanna a 8 anni. Prima di macchiarsi della feroce aggressione a Sandra, nel 1999 aveva ucciso con 33 coltellate l’ex fidanzata Wilma Marchi.

L’esame sulla salma della donna è fissato per sabato 11 gennaio ed è possibile che la prossima settimana si svolgeranno i funerali.

L’incidente stradale, costato la vita a Sandra dopo quasi dieci giorni di agonia, è avvenuto la sera del 22 dicembre scorso. Alla fine del turno di lavoro come operatrice socio sanitaria in Azienda ospedaliera, la cinquantaquattrenne si era recata al Bar Brenta per l’abituale serata conviviale con alcuni amici.

Dopo aver ordinato la cena, intorno alle 21 si è accorta di avere esaurito i contanti nel portafogli. Lasciando borsa e cellulare nel locale si è diretta alla vicina filiale di Intesa San Paolo, situata poco distante. Ma non è mai arrivata dall’altra parte della strada.

Sandra è stata investita sul passaggio pedonale da un suv tedesco, un Volkswagen T-roc bianco in transito. Gli agenti della Polizia locale arrivati sul posto hanno constatato che l’asfalto era umido, e l’attraversamento sufficientemente illuminato nonostante fosse ormai notte.

L’automobilista, una donna di 56 anni, è stata in un primo momento indagata per lesioni gravi. Il fascicolo è stato affidato alla sostituta procuratrice Claudia Brunino, di turno la notte dell’incidente. Nel frattempo Sandra è stata ricoverata in Terapia intensiva, dove è rimasta sotto stretta osservazione fino a quando, il pomeriggio del Primo dell’anno il quadro clinico è peggiorato. Dopo dieci giorni di agonia si è spenta in un letto di ospedale.

Ma non si è spenta la sua memoria, che è rimasta viva in tutti questi giorni. A tenerla accesa sono i tanti amici della oss, che in questi momenti di profondo dolore hanno condiviso pensieri e ricordi. «Era una donna coraggiosissima, la più forte che abbia mai conosciuto. Ha dovuto affrontare montagne che tanti nemmeno si immaginano si possano scalare, perché dopo quello che ha passato nel 2022 è rimasta sola. Ha potuto contare sugli amici, ma ha avuto poco supporto dalle istituzioni. Poi, un po’ per volta, si è ripresa. È triste, in questi ultimi mesi si stava riprendendo in mano la vita»», ha raccontato una cliente del Bar Brenta.

«Era una donna in lega d’oro e d’acciaio. D’oro perché era gentilissima e sempre disponibile ad aiutare. D’acciaio perché è riuscita a superare a testa alta tutte le difficoltà che le si sono poste nella vita», ha detto un amico. Commozione profonda anche in Cgil, cui Sandra dedicava il proprio impegno sindacale. 

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