A Padova se ne vanno 11 autisti Busitalia, il sindacato: «Turni stressanti»

Tre dei lavoratori che hanno deciso di lasciare sono prossimi alla pensione.

Parpaiola: «Io cambio società non tanto per i soldi, ma per i ritmi»

Felice Paduano
Mezzi e autisti (estranei all’articolo) di BusItalia
Mezzi e autisti (estranei all’articolo) di BusItalia

Anche nel 2025 prosegue la grande fuga degli autisti che scelgono di lasciare BusItalia Veneto (79% Fs e 21% Comune di Padova) per andare a lavorare in altre aziende di trasporto pubblico locale oppure in altri settori. Entro la fine di gennaio altri 11 autisti (su 500 dipendenti totali) lasceranno l’incarico.

 

Tre di questi si sono licenziati da BusItalia per andare a lavorare all’Actv, l’azienda pubblica di Tpl che gestisce anche i vaporetti in laguna ed i collegamenti da Venezia con Chioggia, con una parte dell’Alta padovana e della Marca trevigiana.

Le motivazioni degli autisti

Tre degli undici conducenti che hanno deciso di cambiare sono veterani con già 28 anni di servizio a testa e prossimi alla pensione. Ma perché prendere una decisione così importante dopo tanti anni nella stessa azienda?

«Il malessere è diffuso tra gli autisti», sottolinea Stefano Pieretti, coordinatore Adl/Cobas, «Le ragioni sono diverse: buste paghe meno pesanti che altrove, indennità non applicate, turni stressanti e non a misura d’uomo, rapporti con i sindacati di base a livello zero. Con l’arrivo di BusItalia è venuta meno la “grande famiglia” che c’era con Aps Holding e, prima ancora, con Acap. L’azienda veneziana Actv offre più soldi ed una qualità del lavoro migliore».

Tra gli autisti che hanno lasciato c’è anche Davide Parpaiola, leader di Adl/Cobas: «Sono anni che sento un malessere psicologico in BusItalia Veneto. Ci sono ritmi di lavoro a mio parere non conciliabili con quelli della famiglia. Non tanto per i soldi, ma per condurre una vita con ritmi più a misura d’uomo».

Parpaiola aggiunge: «In BusItalia le corse che saltano restano tante anche per mancanza di autisti. Alla sera molte corse non riescono a finire il turno perché manca il cambio».

La versione della dirigenza

Ben diversa è la versione della dirigenza di BusItalia sulle dimissioni degli autisti.

«I numeri che abbiamo in azienda sono decisamente diversi», sottolinea Aldo Paribelli, direttore operativo dell’ufficio movimento. «Abbiamo alcuni pensionamenti programmati. Dall’altro lato mancano pochi giorni per inserire nuovi autisti assunti nell’ultimo bando di novembre. Inoltre, abbiamo deciso di avviare una nuova Accademy per la formazione».

Paribelli conclude: «Per quanto riguarda i nostri orari ed i turni di servizio, il dibattito resta aperto. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli autisti li accetta senza polemiche, contrariamente ad una piccola minoranza che li critica».

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