Padova Calcio e il sogno promozione, Coppola ci crede ancora: «Siamo più forti di tutto»
L’ex centrocampista segnò nello spareggio contro il Cesena per la A. «Il Sudtirol? Meritavamo noi, ora spero nella Triestina. Ce la faremo»
PADOVA. «Che nervoso… perdite di tempo… fammi entrare 5’ mister!». È un commento apparso su Facebook a metà pomeriggio di sabato 16 aprile, ma non è quello di un tifoso qualunque. L’ha scritto qualcuno che anche alle soglie dei 57 anni potrebbe dire la sua in Serie C. Perché le qualità non gli sono mai mancate e si tiene in forma che è una meraviglia tra corse, partite a calcetto e l’immancabile padel.
Sì, Maurizio Coppola è sempre in formissima e per qualcuno il segreto è il fatto che non si sia mai sposato. Ma questa è un’altra storia, meglio parlare del Padova. Perché Coppola resta un tifoso sfegatato e nonostante sia tornato a vivere a Roma non potrà mai dimenticare le tre stagioni vissute all’ombra del Santo. E non potrebbe essere altrimenti, visto quel gol segnato nello spareggio contro il Cesena che ha regalato al Padova l’ultima promozione in Serie A nel 1994: «Questi colori rimarranno sempre nel mio cuore e li sto diffondendo anche a Roma», sorride l’ex centrocampista. «Ogni venerdì sono ospite di una trasmissione sportiva e ormai lo sanno che mi piace parlare anche del Padova, così tutti mi chiedono come sta andando la squadra. Per non parlare di quando viene Angelo Di Livio, altro vecchio biancoscudato. Allora sì che i discorsi si infiammano».
E quando le chiedono come va la squadra che risponde?
«Che avremmo meritato di vincere contro il Sudtirol. Non è stata una bella partita, molto fallosa e spezzettata. Ma il Padova ha fatto di più, cercando il gol fino all’ultimo».
Si spiega la sua arrabbiatura social. Non le sono piaciute le perdite di tempo degli altoatesini?
«Per niente. È una squadra che ha dei valori ma allo stesso tempo è molto scaltra, perde tempo quando serve, gioca su alcune piccole scorrettezze. E l’arbitro, sabato, glie l’ha permesso. Ma non è tutto perso, io ci credo ancora. La Triestina non si gioca il campionato ma ha un obiettivo da raggiungere e non regalerà la partita al Sudtirol. La speranza c’è, domenica può succedere di tutto e il Padova deve assolutamente vincere».
Si aspettava che Oddo potesse avere questo impatto?
«Sì, ma non lo sostengo ora, lo pensavo dall’inizio. Sono amico di Stefano Fiore che in passato è stato vice allenatore di Oddo e me ne ha sempre parlato bene. Mi ha detto che ha ottime idee e cerca di presentare un calcio propositivo. Poi il ruolo dell’allenatore è delicato e un paio di esperienze negative possono metterti in cattiva luce. Ma Oddo ha dimostrato il suo valore e a questo punto è un peccato che sia arrivato così tardi. Nel girone d’andata il Padova non ha fatto male ma spesso ha avuto un atteggiamento rinunciatario che è costato qualche punto di troppo».
Voi nel 1994 inciampaste proprio all’ultima giornata e foste costretti a giocarvi la Serie A allo spareggio. Potrebbe succedere anche a questo Padova, con i playoff?
«È per questo che sono fiducioso. Se si dovesse andare ai playoff i biancoscudati sarebbero la squadra migliore del lotto, senza discussioni. Ho visto le avversarie degli altri gironi, nessuno è più forte di Ronaldo e compagni. Questo deve essere l’anno buono: quanti tifosi c’erano a Bolzano? Tutto questo amore non può restare in C. Spero di
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