Ristrutturazioni al Due Palazzi: 50 posti messi a nuovo

A marzo pronto il sesto blocco. Ostellari: no allo svuotacarceri, così alleggeriamo il sovraffollamento

Daniela Gregnanin
Gli spazi rinnovati (foto Bianchi)
Gli spazi rinnovati (foto Bianchi)

È stato inaugurato ieri il rinnovato settimo blocco del carcere Due Palazzi: grazie a 50 posti completamente sistemati, la casa di reclusione permetterà ai detenuti l’uso di nuovi spazi, nel pieno rispetto delle normative dell’Unione Europea.

Le celle sono adesso fornite di televisione e frigorifero, mentre i vecchi forni a gas sono stati sostituiti dai più sicuri fornelli a induzione. Alcune stanze sono allestite per accoglie i detenuti diversamente abili. Anche i bagni si presentano con tutti i comfort necessari.

Il blocco è rimasto inagibile per un anno durante la ristrutturazione. Contemporaneamente i lavori di rinnovamento hanno interessato anche l’infermeria, che si presenta oggi con cinque stanze in grado di ospitare fino a sette detenuti.

«Una promessa mantenuta che dimostra come le sinergie nazionali e locali siano riuscite a dare in tempi rapidi una risposta al problema del sovraffollamento carcerario», ha osservato Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia. «Lo svuota carceri non è l’obiettivo di questo governo, noi puntiamo a fatti concreti come questo», ha subito aggiunto.

Entro marzo 2025 sarà pronto anche il sesto blocco, e a quel punto il Due Palazzi potrà ospitare fino a 650 detenuti: ad oggi il numero è limitato a 550. «L’intervento fatto a Padova permette di alleggerire il fenomeno del sovraffollamento di altre strutture italiane. Inoltre garantisce maggiore sicurezza, sia per i lavoratori che per i detenuti», ha spiegato Ostellari.

Secondo l’associazione Antigone, operativa nel contesto penitenziario, in Veneto il sovraffollamento sarebbe del 130%. «Ma Padova è del 100%. E con la realizzazione del sesto blocco, il dato è destinato a scendere», ha precisato Claudio Mazzeo, direttore del Due Palazzi.

Dopo sette anni di direzione, a breve lascerà l’incarico per andare in Sicilia a dirigere la scuola di formazione del personale penitenziario.

«Questo è un traguardo raggiunto seguendo le linee Ue in materia. Il mio ufficio monitora costantemente la situazione per migliorare la vita dei detenuti», ha poi chiarito Rossella Santoro, provveditore regionale del Triveneto per l’amministrazione penitenziaria. «Sono soddisfatta di quello che è stato fatto. In questo territorio c’è molta collaborazione con diversi enti del terzo settore e questo spirito solidale permette lo svolgimento di diverse attività e una minore recidiva».

A beneficiare del rinnovamento sarà anche il personale medico che lavora all’interno del penitenziario. «La ristrutturazione permetterà ai nostri esperti di curare i pazienti senza spostarli in ospedale», ha chiarito Paolo Fortuna direttore generale dell’Usl 6. «C’è la possibilità di fare terapie in sede», ha aggiunto, «inviare specialisti e usufruire della telemedicina. L’infermeria dove si turnano medici e oltre venti infermieri, garantirà cure in sicurezza a tutti i detenuti, anche perché alcuni hanno patologie croniche correlate all’età. Ricordo che sia alla casa circondariale che in quella di reclusione è attivo 24 ore su 24 un medico per struttura», ha aggiunto Fortuna.

L’appalto per la realizzazione dei nuovi blocchi è stato vinto dal Consorzio Pedron, che grazie all’art. 21 dell’ordinamento penitenziario ha permesso a otto detenuti – dopo un tirocinio con la Scuola Edile – di lavorare per realizzare i due blocchi e l’infermeria. La ditta ha poi assunto a tempo determinato alcuni reclusi.

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