Chiusa la drogheria di Montà, era aperta da ben 74 anni

Era stata fondata nel 1950 dai coniugi Romeo Toffanin e Lucia Stivanello, si comprava di tutto. «Queste attività per decenni hanno costituito il tessuto sociale ed umano della nostra città»

Felice Paduano
La drogheria Toffanin che si trovava in via Montà
La drogheria Toffanin che si trovava in via Montà

Il 31 dicembre 2024 è stato l’ultimo giorno di apertura per la drogheria di Montà, di fronte alla chiesa di Sant’Ignazio, fondata nel 1950 dai coniugi Romeo Toffanin e Lucia Stivanello. Una bottega, non solo alimentare, che è rimasta aperta per 74 anni consecutivi. Una delle più longeve non solo di Padova e provincia, ma di tutto il Nord Est.

La drogheria era nata inizialmente come piccolo negozio di frutta e verdura. Con il passare degli anni è diventata un’attività dove si poteva comprare di tutto: alimenti, dolci, prodotto tipici di una cartoleria, detersivi, ferramenta.

Era la classica drogheria veneta che ha anticipato i supermercati, ma con un’anima diversa, dove s’intrecciavano storie di vita quotidiana e punto di riferimento in cui condividere racconti, scambiare saluti e sentirsi parte di una comunità.

Ma, innanzitutto, è stata una storia di famiglia per ben quattro generazioni, iniziata da Romeo e Lucia con il prezioso aiuto di Natalina, sorella di Lucia, che nel 1970 ha visto l’ingresso in bottega della figlia Diana, l’unica donna tra i 4 figli della coppia.

È stata Diana, con dedizione e passione, nonostante la prematura morte del padre, a portare avanti l’attività fino ai nostri giorni sempre assieme all’instancabile Lucia, deceduta due anni fa, resistendo ai cambiamenti dei tempi ed al progressivo declino delle piccole attività commerciali della città.

A Montà ed a Sant’Ignazio non appena si è diffusa la notizia della chiusura definitiva della drogheria, sono stati numerosi i residenti, in genere clienti della bottega da anni, ad andare a salutare Diana. Ognuno ha portato con se un ricordo, un aneddoto, un pezzo di vita legato al negozio, che, per molti, ha rappresentato un’estensione della propria famiglia.

«La chiusura della drogheria Toffanin è il segno di un’epoca che cambia e di un mondo che si trasforma – osserva Fabio Schiavone, architetto, figlio di Diana – Ma è anche un invito a ricordare e valorizzare quelle realtà che, per decenni, hanno fatto parte del tessuto sociale ed umano delle nostre città. Con la chiusura della drogheria Toffanin non è il solo quartiere Sant’Ignazio a Montà a perdere un simbolo importante per la comunità, ma l’intera città di Padova, che vede sparire per sempre un altro frammento della sua storia locale. In pratica se ne va un grande pezzo di memoria collettiva che resterà nei cuori di tutti coloro che, nella loro vita, hanno varcato almeno una volta la soglia della drogheria vissuta 74 anni. Anche se la drogheria è ormai chiusa, il ricordo di ciò che ha rappresentato resterà vivo per le generazioni che l’hanno vissuta ed amata».

Il figlio dell’attuale titolare della drogheria non è il solo a Sant’Ignazio a lodare il ruolo che la bottega Toffanin ha avuto sia nella seconda metà del Novecento e poi fino ai nostri giorni.

Tra quelli che rimpiangono la chiusura della drogheria ci sono anche Gaetano Falcone, contitolare della pizzeria Chez Maxim, che si trova lì vicino e Claudio Vesentini, il coordinatore del Comitato Montà, che conduce da anni tante battaglie per i cittadini e che adesso sta affrontando il passaggio dell’Alta velocità nel quartiere.

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