Un museo d’arte contemporanea all’ex cinema Altino di Padova
In fase avanzata la trattativa per la vendita a un gruppo di imprenditori. L’idea di un percorso espositivo del contemporaneo dopo 20 anni di chiusura

A oltre 20 anni dall’ultima proiezione in sala, il cinema Altino di Padova potrebbe riaprire come spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea. È forse la volta buona per porre fine al degrado e all’abbandono dello storico complesso cinematografico (contiene anche la piccola sala Mignon) all’incrocio tra via Altinate e via Cassan, nell’edificio disegnato dal noto architetto Quirino De Giorgio.
La trattativa
Un’indiscrezione emersa venerd’ 11 aprile mattina nell’incontro tra il sindaco Sergio Giordani e l’Ascom e confermata nelle ore successive anche dagli assessori comunali competenti Andrea Colasio ed Antonio Bressa: è in corso una trattativa, già in stato avanzato, tra la proprietà dell’edificio, rappresentata dalla famiglia veneziana Bastianello (la stessa che possiede la catena di supermercati Pam) ed un gruppo di imprenditori del Nord Est, tra cui anche un padovano, che potrebbe portare già nelle prossime settimane alla cessione dell’immobile, vincolato da sempre alla Soprintedenza.
La storia
Il cinema Altino, progettato da Quirino De Giorgio, uno dei più noti architetti futuristi d’Italia, è stato aperto nel 1951. In pochi anni è diventato la sala cinematografica più nota della città per la qualità dei film che ci venivano proiettati.
Ed è stato chiuso oltre 20 anni fa nel periodo in cui furono costretti alla serrata anche il Quirinetta (progettato sempre da De Giorgio), il Supercinema in via Emanuele Filiberto, l’Eden in piazza Cavour, il Concordi in via degli Obizzi e l’Ariston in via Manin. Tutte storiche sale cinematografiche che non hanno riaperto più i battenti e quasi tutti hanno cambiato funzione.
L’Altino però è forse il più icononico di tutti, per la ricchezza delle decorazioni (con opere di Amleto Sartori e Fulvio Pendini) e per la posizione così centrale. Nel 2013 l’ex cinema fu addirittura occupato anche dagli attivisti del centro sociale Pedro, che furono sgomberati dopo pochi giorni.
Nel corso degli anni hanno bussato alla porta dei Bastianello molti potenziali acquirenti, interessati soprattutto allo sfruttamento commerciale dell’elegante edificio.
Tra questi anche il gruppo francese Fnac aveva chiesto – invano – di aprire all’interno uno store, sulla scia dei tanti negozi presenti in Francia e in altre città d’Europa. Il principale ostacolo però è sempre stato il vincolo della Soprintendenza, molto rigido rispetto a qualsiasi possibile utilizzo dell’edificio.
Ora la destinazione espositiva sembra quella che meglio si adatta al complesso. «Se, come spero, le trattative andranno in porto, nel centro della città avremo un lungo ed elegante percorso culturale, con una vera e propria rete museale, un ponte sull’arte contemporanea che unirà anche il Castello dei Carraresi e la chiesa di Sant’Agnese – spiega l’assessore Andrea Colasio – E poi si completerà l’insula dei musei, con un’unica zona che racchiude gli Eremitani, Palazzo Zuckermann, il museo della Natura e dell’Uomo e il centro San Gaetano. Si potrà anche fare rete grazie alla fattiva collaborazione tra il pubblico ed il privato».
La notizia è stata accolta con soddisfazione anche dai residenti e dai negozianti di via Altinate: «Finalmente una bella notizia – osserva Federico Chicco Contin, cogestore del ristorante Antica Colonna – Da decenni l’ex cinema di via Altinate rappresenta un buco nero che frena la riqualificazione di tutta la storica strada. Spero che il progetto vada in porto il prima possibile». —
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