Padova, code in strada per i prelievi: disagi e proteste in via San Massimo

Maxi-file con le nuove norme Covid sul distanziamento, cittadini costretti ad aspettare sul marciapiede e all’aperto 

PADOVA. C’è chi sbuffa scocciato, chi usa l’impegnativa del medico come fosse un ventaglio, chi guarda l’orologio o il cellulare, chi protesta con il vicino di coda o con l’infermiera che all’ingresso ha il compito di gestire gli ingressi. Sono le 8.20 al punto prelievi “San Massimo”, nell’omonima via, e c’è la folla. Tra una protesta e l’altra un gruppo di persone attende in strada il proprio turno d’entrata. C’è chi ha prenotato la prestazione con il sistema Lucky, ed è ancora più infuriato dell’attesa, e chi invece non l’ha fatto e fa una coda separata.

Tutti vengono bloccati dall’addetta alla gestione degli ingressi che ha il compito di regolare l’afflusso di persone in modo che non si formino pericolosi assembramenti. C’è chi aspetta sul marciapiede, di fatto bloccando il passaggio, chi addirittura si mette in strada. L’attesa è certamente lunga. Passano anche 10-15 minuti prima di riuscire a varcare il cancello di ferro che conduce al cortile del punto prelievi. E lì la coda non è ancora finita. Una volta dentro al cancello si attende ancora, questa volta sotto a un’infilata di gazebi blu.

A terra sono stati disegnati dei quadrati gialli che servono a indicare il punto dove una persona si deve mettere in modo da rispettare sempre la regola del distanziamento. Di fatto però ci si trova ammassati in una cappa che con l’avanzare della giornata si fa sempre già afosa. «C’è una calca incredibile di gente», sospira Francesca M., in fila ormai da venti buoni minuti. «Mi sembra tutto un po’ improvvisato. Basterebbe mettere un display fuori con i numeri e i turni e tutto sarebbe molto più semplice. Invece ci troviamo, nonostante la prenotazione, obbligati a lunghe code». E non è certo la sola a lamentarsi. «Dovrebbero mettere una persona in più all’entrata perché così la gente mi sembra faccia un po’ quello che vuole», commenta Alba P., anche lei bloccata sotto i tendoni blu.

«Non sono sicuramente ben organizzati», aggiunge Valeria B, «Ti danno un orario e poi non viene rispettato. A questo punto mi chiedo cosa serva la prenotazione». In fila ad attendere il proprio turno ci sono anziani, donne incinte, disabili, bambini piccoli. Ci sono persone insomma che per la loro particolare condizione non sopportano il caldo e accusano giramenti di testa, persone che non ce la fanno a stare in piedi così a lungo, persone, come ad esempio i bambini, che non è facile tenere in fila e per di più rispettando la regola tuttora valida del distanziamento sociale.

«C’è da sentirsi male», accusa una signora anziana, «Tra il caldo, la mascherina che non ti lascia respirare, e la coda di gente ammassata, è un vero inferno». Il problema si ripete quotidianamente al punto prelievi di via San Massimo. Emblematico è il caso di una padovana che ha raccontato la sua mattinata di attesa la settimana scorsa proprio al centro prelievi di via San Massimo. «Avevo prenotato con Lucky per le 9. 56, sono arrivata un quarto d’ora prima come previsto e sono entrata allo sportello alle 10.14. Ho finito alle 10. 34», racconta la donna, «Il problema non sono tanto i tempi, ma le attese in coda all’esterno con il caldo che si avvicina e gli anziani, ma non solo, in difficoltà. Il problema sono gli spazi che mancano. Il personale agli sportelli e negli ambulatori è invece velocissimo, così come i laboratori che garantiscono gli esiti in poche ore».

Diversa la situazione nei punti prelievo dell’ospedale Sant’Antonio e dell’Usl di via degli Scrovegni. Le entrate sono sì contingentate, ma non si formano le lunghe code all’esterno delle strutture. Chi attende lo fa per qualche minuto e seduto nell’androne dell’ospedale, per quanto riguarda il Sant’Antonio, e nella sala d’attesa, per quanto riguarda gli Scrovegni.

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