Padova, crollo di vendite delle auto: meno 19% nel 2012

PADOVA. Il 2012 un «anno horribilis» per il mercato dell’auto. E anche a Padova i dati non sono per nulla positivi anche se, rispetto alla media veneta del -20,25%, si registra un più contenuto -18,98%. Perdono soprattutto le case di più antica tradizione, mentre guadagnano i nomi "nuovi" e la Land Rover (anche se, per tutti questi marchi in ascesa, va considerato che si tratta comunque di numeri contenuti).
Più in dettaglio: Fiat, Alfa e Lancia perdono infatti tra l'11 ed il 25%, mentre è la Ford, tra le marche con un gran numero di auto vendute nel tempo, a registrare un dato negativo piuttosto consistente oltre il -35%. Le tedesche (Bmw, Opel, Mercedes e Audi) lasciano sul campo tra l'11 ed il 23%, mentre cali più contenuti riguardano le francesi ad eccezione di Renault che perde poco più del 30%. Bene invece, come si diceva, i marchi di più recente presenza sul nostro mercato: Kia fa registrare un +45,99%, Land Rover (che proprio recente non è) +23,50% e Dacia + 12,21%. Ma è soprattutto Hyundai a marcare l'avanzamento maggiore con un +51,68%. Ad ogni modo, piccole performance che non limitano la pesante depressione delle vendite.
«Un calo importante - dichiara Massimo Ghiraldo, consigliere del Gruppo concessionari d'auto dell’Ascom di Padova - che sta pesando fortemente sul comparto e che ha già visto, nel Veneto, la chiusura di 70 concessionarie nell'arco di nemmeno 24 mesi". E le prospettive non sono rosee. Gli analisti prevedono infatti che questi volumi di vendite non subiranno modifiche sostanziali almeno fino al 2017. «I mercati sono quasi fermi non solo a Padova o in Veneto ma in tutta Europa. Se vogliamo essere sinceri dobbiamo però anche dire che i numeri non ci spaventano. Erano stati previsti com'è previsto che le auto si cambieranno meno spesso imponendo a noi concessionari una maggiore attenzione sul business dell'usato e del post vendita, due settori che diventeranno i protagonisti dei prossimi anni».
«Siamo passati dagli anni in cui le auto, grazie agli incentivi, si cambiavano a distanza di pochi anni - sottolinea il rappresentante padovano dell'Ascom - alla situazione attuale dove non si pensa di acquistare l'auto se non per la strettissima necessità. Senza contare le difficoltà economiche di gran parte del ceto medio e l'incertezza sul futuro, alle quali si sommano i continui aumenti dei carburanti, dei pedaggi autostradali, delle tasse e delle assicurazioni. Va da sé, pertanto, che l'uso dell'automobile risulti sempre più limitato: ad esempio non si torna a casa per la pausa pranzo anche se si potrebbe e, in città, si rispolvera la bicicletta. Il che non è male, ma non aiuta certamente il settore auto a risalire la china».
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