Padova, delegazione della Camera penale ai Due Palazzi: «Carceri, è sempre emergenza»

La visita martedì 13 agosto. Le penaliste: «Il nuovo decreto legge sulle carceri? Parole vuote»

Cristina Genesin
La delegazione della Camera penale (foto Fossella/Bianchi)
La delegazione della Camera penale (foto Fossella/Bianchi)

«Celle da due persone di pochi metri quadrati anche se regolamentari e altre con 6 detenuti e un unico bagno. Alcune sezioni chiuse con i detenuti costretti a restare nelle loro celle per tutta la giornata o con la possibilità di essere accompagnati e di nuovo chiusi nelle aule ricreative senza poter muoversi nelle rispettive sezioni. Temperature altissime in questa estate torrida perché le celle non hanno aria condizionata, anche se sono ai piani alti. Nessuna attività perché le scuole sono finite e sono sospesi i corsi e le attività. Ancora, rifiuti che si accumulano nelle celle e che vengono lanciati fuori dalla finestra, cibo per i gabbiani. E quelle a Padova non sono certo tra le peggiori carceri in Italia».

È il quadro sulle condizioni di detenzione nei Due Palazzi di Padova, la casa circondariale (il penitenziario per chi è in attesa di giudizio o è stato condannato a pene lievi) e la casa di reclusione a più piani, detto anche il penale riservato ai reclusi condannati in via definitiva o a pene severe: a raccontarle una delegazione della Camera penale di Padova, l’associazione che raggruppa i penalisti guidati dalla presidente Paola Rubini e formata dalle colleghe Paola Menaldo della commissione carcere, Annamaria Alborghetti in rappresentanza dell’Ordine degli avvocati padovani e da Carlotta Nardin.

Delegazione che il 13 agosto ha visitato i due istituti tra le 9 e le 14 incontrando i direttori Anastasio Morante (circondariale) e Claudio Mazzeo (reclusione).

Due Palazzi, delegazione della Camera penale in visita: "Il nuovo decreto legge sulle carceri? Parole vuote"

Il sovraffollamento è un grosso problema: nella circondariale sono rinchiuse 210 persone contro una capienza regolamentare di 188, per il 65-70% stranieri ( per lo più provenienti da Marocco, Algeria, Albania Romania, Nigeria e altre 37 nazionalità); nel penale 535 gli ospiti su 440 (numero massimo di detenuti) di cui il 60% stranieri.

Altra grave problematica è quella del disagio psichico aggravato dalle condizioni di vita e, in queste settimane dal caldo, che rischia di far esplodere le tensioni. L’8 gennaio scorso un ventiseienne si è suicidato nella sua cella del penale.

«Il nuovo decreto legge sulle carceri? Parole vuote» spiegano le penaliste.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova