Derubato un docente del Pollini: spariti due archetti dall’armadietto
Il conservatorio di Padova senza pace, il maestro di contrabbasso Gianfranco Miglioranzi denuncia: «Il mio armadietto è stato aperto e dato in uso ai bidelli senza che nessuno mi avvertisse»
![La sede del Conservatorio Pollini di via Bertacchi](https://images.mattinopadova.it/view/acePublic/alias/contentid/1h3o0t2kg8n5f72zn0y/0/conservatorio.webp?f=16%3A9&w=840)
«Sono demoralizzato, mi hanno portato via un pezzo di vita e di storia». Queste le parole di Gianfranco Miglioranzi, 67 anni, professore da 21 anni al Conservatorio Pollini di Padova e con alle spalle 45 anni di onorata carriera. Il docente che ha la cattedra di contrabbasso, ha subìto il furto di due archetti, uno del 1600, custoditi nell’armadietto della struttura.
«Ieri (7 febbraio, ndr) ho fatto denuncia al Comando dei Carabinieri di Prato della Valle e gli uomini dell’Arma stanno ora indagando per capire chi abbia manomesso il mio armadietto. In particolare uno dei due archetti era di fattura francese di una scuola di liuteria che non esiste più e il suo valore sul mercato attuale è all’incirca di ottomila euro. L’altro, era più recente e costava mille euro».
Il professore aveva lasciato chiuso il suo armadietto in legno pregiato all’interno dell’aula numero dieci di via Bertacchi, situata questa, al piano superiore dell’edificio; sottochiave c’erano anche alcuni contrabbassi posti all’interno della stanza di cui lui e gli operatori scolastici hanno la chiave.
Il maestro aveva fatto costruire il mobile su misura al suo arrivo; desiderava qualcosa di diverso dal freddo contenitore di latta assegnatogli. L’ultima volta che il docente era stato in via Bertacchi era settembre 2024, per presenziare ad alcune commissioni d’esame e in quell’occasione l’armadietto era al suo posto, integro.
«Venerdì scorso, sono andato in via Bertacchi e appena entrato nello stabile all’interno della guardiola degli operatori scolastici, ho visto il mio mobile aperto con all’interno del materiale in uso ai bidelli e qualche prodotto per la pulizia. Sconvolto ho chiesto spiegazioni su come il mio vano fosse giunto al piano terra e chi avesse autorizzato la forzatura dei tre lucchetti. Immediatamente l’operatrice scolastica che, si alterna con altri due colleghi, ha risposto che c’era l’autorizzazione della direzione». Il docente adirato, ha preso in mano il telefono e disperatamente ha chiamato sia il direttore artistico del Conservatorio Elio Orio, che quello amministrativo Rigoni. E ha ricevuto conferma che un operatore scolastico aveva chiesto l’uso dell’armadietto ma che gli era stato detto di avvisare Miglioranzi prima di occuparlo.
«Invece non mi ha chiamato nessuno. Trovo sconvolgente che qualcuno all’interno del Conservatorio abbia deliberatamente scassinato il mio armadietto rimuovendo tutti i dispositivi di chiusura e che si sia impossessato dei miei beni. Stiamo parlando di furto di materiale antico. Vorrei sapere chi è stato e perché nessuno mi ha avvisato, è pazzesco». Non si dà pace Miglioranzi che dopo aver lavorato dieci anni alla Fenice di Venezia come secondo contrabbasso, aveva deciso di intraprendere la carriera di docente prima a Vicenza e poi dopo concorso al Pollini di Padova.
«Quest’anno andrò in pensione e sarà per me un momento molto difficile, reso ancora più triste da questo atto ignobile», continua deluso il maestro, «Dopo le mie proteste, una bidella è andata in magazzino dove in una borsetta di carta c’erano alcuni spartiti e delle corde che erano all’interno del mobile. Roba da pazzi. I tre operatori scolastici dicono che l’armadietto fosse aperto: a me pare impossibile ma se i fatti fossero andati come queste persone raccontano, perché nessuno mi ha avvisato? Chi ha fisicamente spostato il mobile? Chi si è preso la briga di una decisione simile?».
Già, se come sostengono i bidelli l’armadio chiuso a chiave e situato a sua volta all’interno di un’aula anche questa sottochiave, fosse risultato aperto a settembre – mese nel quale gli operatori scolastici si misero in contatto con la direzione per usufruire al piano terra del mobile – perché nessuno ha avvisato il maestro dello scasso subito?
«Mi piacerebbe certo che gli archetti saltassero fuori, ma dubito. Spero solo che venga fatta giustizia», auspica il maestro profondamente deluso per l’accaduto.
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