Padova, dopo lo scandalo Contin, don Cavazzana torna per unire due sposi

Coinvolto nella scottante vicenda dell’ex parroco di S. Lazzaro, lunedì scorso il sacerdote ha celebrato un matrimonio 

PADOVA.

È riapparso, più magro e brizzolato di due anni fa, vestito con la sua tonaca di sacerdote e la stola. È riapparso su Facebook don Roberto Cavazzana, amato nella sua ex parrocchia di Carbonara, frazione di Rovolon ai piedi dei colli Euganei, come prete «bello e moderno», ma inciampato nello scandalo a luci rosse del “collega” (ormai ex) Andrea Contin.



Foto in Facebook

Lunedì pomeriggio ha unito in matrimonio una coppia della borghesia padovana, con elegante casa in via Altinate: nozze sobrie e familiari per lui, noto imprenditore in precarie condizioni di salute, e per lei, compagna di una vita. La cerimonia è stata affidata al prete-amico, don Roberto, ancora orfano di un parrocchia o di altri incarichi di fronte al muro alzato da molti sacerdoti che hanno reclamato nei suoi confronti una lunga penitenza prima della riabilitazione. Sul social è apparsa l’immagine del sacerdote durante la cerimonia solo con il nome (don Roberto). Ecco il post pubblicato da un’ospite per festeggiare con riservatezza i novelli sposi (nessuna indicazione sulla loro identità) tanto da giustificare la foto del celebrante con queste parole: «Solo il sacerdote che oggi alle 17 ha sposato in casa una coppia unita da decenni di vita assieme... “il Dio della Gioia” ha detto don Roberto».

FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MESSA A SAN LAZZARO
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MESSA A SAN LAZZARO


I giorni bui

Un passo indietro, anzi due. È mercoledì 16 gennaio 2017 quando, associato a quello del parroco a luci rosse don Contin, comincia a circolare il nome del parroco di Carbonara, originario di Torreglia dove la famiglia gestisce un noto ristorante. A essere smascherato come il compagno di “giochi” di don Andrea Contin è il sacerdote dei Colli moderno e carismatico che affascina i fedeli, che fa impazzire le parrocchiane pronte a far la fila per rendersi utili come perpetue, che incanta i giovani tanto diventare consulente spirituale di alcuni atleti del Calcio Padova e, nel 2013, della showgirl Belen Rodriguez con l’allora futuro marito (oggi la coppia è già divorziata) il ballerino Stefano De Martino. Racconta molti dettagli nell’esposto l’impiegata padovana 49enne, amante delusa dell’ex parroco del quartiere padovano di San Lazzaro: un giorno don Andrea l'aveva accompagnata dall’amico don Roberto e con lui aveva avuto rapporti sessuali. E don Andrea? Da voyeur, guardava. «Un giorno mi portò da don Roberto a Carbonara perché mi disse che doveva salutarlo. A un certo punto mi prese la testa e me la abbassò dicendo che dovevo avere un rapporto... Obbedii» si legge nella denuncia, «La stessa cosa avvenne una seconda volta, quando don Andrea mi portò a cena con don Roberto in un ristorante dei Colli. Successivamente ci recammo in canonica a Carbonara dove abbiamo avuto un rapporto a tre». Convocato in procura nella veste di persona informata sui fatti nei roventi giorni dell’inchiesta finita sui giornali di tutto il mondo (era il 13 gennaio 2017) e interrogato per sei ore, don Roberto Cavazzana ammette.

Via, lontano

Don Roberto non viene indagato. E lui cerca l’oblio. Costretto a lasciare la parrocchia, si rifugia in famiglia. Poi, temendo provvedimenti, si inginocchia alla volontà del vescovo Cipolla, confessa la sua colpa, chiede perdono e si rimette alla volontà di un’imbarazzatissima Diocesi. Papa Francesco telefona al vescovo don Claudio per sostenerlo in momento duro per la comunità padovana sconcertata: «Mi ha incoraggiato a essere forte nel portare questo impegnativo e doloroso momento della vita della nostra Chiesa» dirà in quei giorni. Don Roberto se ne sta in disparte. Ma non lascia il sacerdozio.

Vuole il perdono

Non vuole mollare la veste. Piange e prega. E c’entra l’obiettivo: nessun provvedimento sarà mai adottato a suo carico. Passano i mesi e il presule avrebbe cercato di riportarlo alla vita sacerdotale attiva. Niente da fare. Resta forte l’opposizione espressa dai sacerdoti, la scorsa primavera, in occasione della seduta del consiglio presbiterale che riunisce i vicari foranei. Il 18 giugno successivo, giorno dedicato a San Gregorio Barbarigo e festa dell’intero presbiterio diocesano, si torna a discutere degli “errori” di don Roberto e di una possibile riabilitazione. Per la maggioranza, la strada che dovrà percorrere è ancora lunga. Forse le nozze dell’altro giorno preludono a un nuovo e anticipato ritorno? —


 

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