Padova è la nona città più costosa d’Italia:l’inflazione è all’11,4 per cento

Il titolare dello Zairo ha ricevuto quasi 11 mila euro di bolletta energetica. Bertin: «Il Governo disinneschi questa bomba sociale, altrimenti si chiude»

Elvira Scigliano

PADOVA. A Padova far la spesa costa molto. I rincari nel carrello sono così importanti che Padova è al nono posto nella top ten delle città più care d’Italia. A dirlo uno studio dell’Unione nazionale consumatori, che ha stilato la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda due voci del paniere: cibo e bevande e luce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio.

La città del Santo, con un’inflazione all’11, 4%, guadagna il nono posto della classifica. Il che significa, secondo l’associazione, che una famiglia con due figli spenderà mediamente tra 564 e 769 euro in più in un anno, che diventano 919 euro per le coppie con 3 o più figli. Per energia elettrica, gas e altri combustibili, «se in Italia – si legge nella nota dei consumatori – il rincaro a luglio è stato già spaziale, +59, 2% il dato tendenziale, con una mazzata a famiglia pari in media a 798 euro su base annua, in alcune città si è avuto addirittura un raddoppio rispetto allo scorso anno». Padova nella graduatoria dell’Unione nazionale consumatori è al 62° posto. Ma la percezione delle famiglie e dei ristoratori è drammatica.

Ne sa qualcosa il titolare del ristorante da Zairo, Franco Filimbeni: l’ultima fattura ricevuta, emessa il 9 agosto, con periodo di riferimento luglio, conteggia 15. 714 kWh di elettricità per un conto (salatissimo) di 10.744 euro da pagare entro il 5 settembre. Naturalmente il costo esorbitante è quello per la spesa della materia energia: 8.306,35 euro del totale, il resto sono spese di trasporto, imposte ed iva (2.437,23).

«Quello che mi fa arrabbiare è che stiamo pagando molto di più gli stessi kWh di giugno, solo che l’ultima bolletta era di 6.400 euro. I politici seduti sulle poltrone non si rendono conto di quello che sta succedendo: chiudiamo tutti. L’anno scorso pagavo 3 mila 3.500 euro di bollette, adesso lavoriamo solo per pagare le fatture». Filimbeni, qualche mese fa, aveva già protestato contro i rincari facendo cenare i suoi clienti a lume di candela per risparmiare sulla luce.

Sull’argomento interviene anche l’Ascom: «Il Governo disinneschi questa bomba sociale», sottolinea il presidente Patrizio Bertin. «Si direbbe che i partiti, tutti presi da liste e seggi sicuri, non abbiano idea della drammatica situazione che sta determinando l’arrivo delle bollette elettriche ad imprese e famiglie». Il caso Zairo è solo uno dei tanti segnalati all’Ascom. Le stesse attività di pasticceria di Bertin gli restituiscono una fotografia drammatica degli aumenti: la sua bolletta è passata da 8 mila a 25 mila euro. «Così diventa difficilissimo lavorare.

Per ben tre buoni motivi – continua il presidente – Primo: la gente, visto che deve pagare le bollette, non ha soldi da spendere; secondo: se aggiorniamo i listini, oltre che passare per speculatori, finiamo per assottigliare la clientela; terzo: i bilanci aziendali sono totalmente sballati che a luglio abbiamo lavorato in perdita. Agosto sarà lo stesso e l’autunno si presenta ancora più gramo. Risultato: chiusure garantite, perdite di posti di lavoro, redditi in caduta libera». Il confronto con l’anno precedente è a dir poco avvilente: tra luglio 2021 e luglio 2022 gli aumenti della spesa annuale sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas e, nel dettaglio, gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18 mila), dai ristoranti (+8 mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4 mila). Stessa musica per il gas, con settore alberghiero a +15 mila euro e ristoranti a +6 mila, mentre per bar e negozi il rincaro annuale si attesta tra il 120% e il 130%

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