Fiera di Padova, trasloca anche il Guitar Show: l’edizione 2025 a Bologna
La grande mostra mercato dedicata alla chitarra si è tenuta per quattro anni nel complesso fieristico di via Tommaseo. L’organizzatore Luca Friso: «BolognaFiere ci ha offerto una visione a lungo termine e un piano di sviluppo strutturato»

E anche il Guitar Show lascia, o meglio trasloca. Dopo il rumoroso addio di Auto e moto d'epoca la Fiera di Padova perde un altro appuntamento: la grande mostra mercato dedicata al mondo della chitarra e dintorni - che si è svolta nella città del Santo per sette edizioni, di cui le ultime quattro nel complesso di via Tommaseo in contemporanea con la Campionaria - è pronta ad approdare a BolognaFiere i prossimi 10 e 11 maggio. Si tratta di un evento che solo l’anno scorso ha richiamato oltre 300 espositori e totalizzato più di 7 mila presenze, confermandosi come assoluto protagonista nel settore, a livello europeo.
Allora perché spostarsi? «La decisione non è stata presa alla leggera» premette Luca Friso, titolare di Playstudio che organizza la manifestazione «credevo fermamente in Padova, ma per garantire la crescita dell’evento era necessario un supporto strutturale e una prospettiva di sviluppo a lungo termine che qui, per ragioni indipendenti dalla volontà della Fiera, sono mancati. I costi negli anni sono raddoppiati» prosegue «mentre la disponibilità di spazi si è progressivamente ridotta a causa della riorganizzazione del quartiere fieristico».
Nessuna polemica con PadovaHall che, sottolinea Friso, «ha sempre fatto il massimo per supportarci». Ma per crescere, ribadisce, serve un aiuto «non solo in termini logistici ma anche nell’apertura di opportunità con istituzioni e aziende». Proprio quello che Guitar Show ha trovato nel capoluogo emiliano. Di più: «Bologna è una città con una forte identità musicale» ragiona ancora Friso «ed è meglio collegata anche a livello internazionale».
Quella di trasferirsi è «una normale scelta di un cliente esterno» dice Nicola Rossi, presidente di PadovaHall, la società che gestisce il quartiere fieristico (partecipata da Camera di commercio, Comune e Provincia) «spesso succede che eventi come questi trovino collocazioni più idonee, per ragioni di tipo tecnico».
La scelta comunque si inserisce nel contesto di una fiera in grande cambiamento. «La trasformazione è in corso» conferma il presidente «è importante stare al passo con i tempi e per questo si guarda con molta più attenzione all'aspetto innovativo».
Basti pensare al Padova Congress che punta a una dimensione europea, alla presenza sempre più massiccia del Bo (fra pochi mesi sarà inaugurato l’hub di Ingegneria), allo Smact competence center, all’hotel che sorgerà sopra il padiglione 11. E al futuro data center di cui, riferisce Rossi, «in questi mesi si sta sviluppando la progettazione».
Intanto però la Fiera e la città perdono un altro appuntamento fieristico. E se sia un addio o solo un arrivederci... lo scopriremo solo vivendo.
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