Padova. Flebo con acqua distillata anzichè salina: due pazienti ricoverate

PADOVA. Acqua distillata nella flebo al posto della soluzione fisiologica. E' successo giovedì nell’ambulatorio integrato del reparto di Endocrinologia, in ospedale a Padova. Per un errore, le cui responsabilità sono da chiarire, nel corso di un test endocrinologico a quattro pazienti è stata praticata un'infusione con un flacone contenente acqua distillata, confuso con quello della soluzione poliminerale prevista. Due delle quattro persone a cui è stata somministrata l'acqua distillata, immediatamente richiamate dall'Azienda ospedaliera non appena è stato appurato l'errore terapeutico, sono state ricoverate in condizioni stabili, sotto osservazione precauzionale in un reparto dell’Ospedale civile. Le altre due sono state dimesse il giorno stesso dopo una verifica clinica al pronto soccorso, che ha scongiurato rischi per la loro salute.
L'incidente non ha per fortuna avuto conseguenze pericolose per la salute delle quattro persone, un uomo e tre donne. L'errore purtroppo resta. Il direttore sanitario dell'Azienda, Giampietro Rupolo, ieri mattina ha voluto incontrare la stampa per scusarsi pubblicamente con i quattro pazienti e con la città, garantendo che sull'accaduto sarà fatta luce al più presto secondo le procedure di controllo previste, subito attivate. «Siamo amareggiati per questo errore e come direttore sanitario chiedo scusa a questi pazienti – ha detto Rupolo – anche se fortunatamente nessuno ha corso pericoli per la propria vita: questo tipo di errori dispiacciono e colpiscono sempre e per questo ci scusiamo con l'intera città di Padova».
«I medici del reparto hanno avvisato subito pazienti e direzione sanitaria ed attualmente sono in corso le verifiche previste dalle nostre procedure – ha aggiunto – dobbiamo capire com'è stato possibile lo scambio delle soluzioni e studiare come rivedere le procedure di sicurezza affinché un errore simile non si ripeta». A quali rischi sono andati incontro questi pazienti? L'acqua distillata – quella utilizzata comunemente per i ferri da stiro, diffusa anche in ambito clinico-terapeutico – è priva di minerali e per questa ragione può essere assunta dall'organismo umano solo in piccole quantità. Assumendola (per via orale o tramite iniezione) si riduce infatti la percentuale di sali minerali nel sangue e ciò può comportare la rottura di globuli rossi, con la conseguente presenza di sangue nelle urine o, nei casi più gravi (assunzione di quantità importanti di acqua distillata) dare luogo ad un'insufficienza renale transitoria. Per fortuna nulla di tutto ciò è avvenuto. Una delle tre donne, dopo una valutazione in pronto soccorso, è stata subito mandata a casa. L'uomo ha invece rifiutato il ricovero e ieri è ritornato per accertamenti che ne hanno confermato il buono stato di salute. Le altre due pazienti, ricoverate a scopo precauzionale, saranno dimesse oggi. «Le procedure interne verificheranno quanto prima autori ed origine dell'errore», ha assicurato Rupolo.
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