Padova, i fratelli Ruffatti restaurano un organo unico al mondo

Il laboratorio di via Facciolati che dal 1940 produce gioielli musicali per tutto il mondo: ora al lavoro sullo strumento musciale della chiesa di Fusine, datato 1810

PADOVA. Madonna pellegrina. Un’eccellenza musicale e artigianale: parliamo dell’azienda dei fratelli Ruffatti, che, in via Facciolati 166, dal 1940 produce e restaura gli organi più belli del mondo. In questo periodo i due fratelli Francesco e Piero, in collaborazione con la figlia di quest’ultimo, Michela, architetto e manager dell’azienda, eredi dei fondatori Antonio, Alessio e Giuseppe, stanno restaurando l’organo della chiesa di San Nicolò di Fusine, in Val Zoldo (Belluno).

Si tratta di un organo costruito intorno al 1810, dall’artista-artigiano locale Agostino De Marco, che si era ispirato alla scuola originaria di Venezia, guidata da Gaetano Callido, originario di Este, ed è unico al mondo perché realizzato non con canne di metallo e in forma quadrata, ma con canne di legno (abete e acero) di forma cilindrica, compresi tutti i tromboncini e i flauti interni.

MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RESTAURO ORGANO IN LEGNO FRANCESCO RUFFATI
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RESTAURO ORGANO IN LEGNO FRANCESCO RUFFATI


Restauro prezioso L’organo bellunese è arrivato nel laboratorio di via Facciolati un anno fa e sarà riconsegnato alla chiesa di Fusine nella prossima primavera. Il costo complessivo del restauro è di 100.000 euro, soldi raccolti da un apposito comitato che si è costituito due anni fa in Val Zoldana, guidato dall’arciprete don Moreno Baldo e con un contributo della Cei.

Il restauro sta destando tantissimo interesse, tant’è che sono già numerosi gli esperti arrivati nel laboratorio per osservare il percorso dell’intervento. «Stiamo lavorando con il massimo impegno», spiega Francesco Ruffatti. «È veramente uno strumento unico al mondo e bellissimo, da tutti i punti di vista. Non solo lo stiamo restaurando in tutte le sue componenti originarie, ma lo stiamo rivisitando alle radici perché, nel corso degli anni, alcuni addetti ai lavori invece di migliorarne la funzionalità, gli hanno arrecato gravi danni».

Ordinazioni continue Dal 1940 ad oggi i fratelli Ruffati hanno costruito e restaurato centinaia di organi, in genere destinati non solo a chiese cattoliche e protestanti, ma anche a sale musicali aperte al pubblico. Attualmente stanno rivisitando anche l’organo della chiesa di Santa Sofia di Padova e stanno realizzando nuovi organi molto grandi anche per chiese che si trovano negli Stati Uniti, compreso quello, a tre tastiere, per una chiesa di Filadelfia e un altro per l’ex chiesa Crystal Cathedral, in California, nata come chiesa protestante e adesso rinata come chiesa cattolica.

Lungo l’elenco degli organi costruiti per chiese italiane: il duomo di San Matteo, ad Asiago, Santa Tecla a Este, Santa Maria La Nova, nel cuore di Napoli, e il Duomo di Monreale (Palermo). Tra gli organi esportati anche quello della chiesa luterana di Saint Paul, ad Orlando, in Florida.

Solo per gli Usa i fratelli Ruffatti hanno realizzato 50 grandi organi per altrettante chiese. Uno degli ultimi gioielli realizzati è quello per l’abbazia benedettina di Buckfast, nel sud del Regno Unito, inaugurato da Martin Baker, direttore ed organista della Westminster Cathedral. —
 

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