Padova, il corteo no-vax: «Libertà, non siamo pericolosi»

In migliaia sfilano dai Giardini dell’Arena a piazza Duomo: «Con questo governo situazione favorevole»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CORTEO NO VAX
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CORTEO NO VAX

PADOVA. «Libertà, libertà, libertà» un coro scandito, cantato, messo in musica e urlato da alcune migliaia persone contemporaneamente. Il popolo no-vax si è raccolto ieri a Padova, più determinato che mai, per chiedere la libertà di scelta. La manifestazione è partita dai giardini dell’Arena per snodarsi su Corso del Popolo, “invadere” piazza Garibaldi e proseguire in via Dante, attraversando piazza dei Signori e sfociando, come un fiume in piena, in piazza Duomo.

Il popolo free vax torna in piazza: in migliaia sfilano a Padova


Un grembiulino a quadratini rosa e bianco è il simbolo di tutti i bambini da zero a sei anni non accolti o a rischio di esclusione dalle scuole dell’infanzia perché non vaccinati. La coercizione del Decreto legge Lorenzin è il cuore della protesta. Ma la musica sta cambiando, ne sono convintissimi i no-vax. 

A dirlo chiaramente Dario Miedico, medico legale radiato dall’Ordine di Milano per le sue posizioni anti-vaccini: «La situazione è finalmente favorevole» ha esordito dal palco improvvisato di piazza Duomo. «Giulia Grillo, l’attuale ministro della Salute, si è espressa molto chiaramente, ma noi dobbiamo ancora restare con il fiato sul collo di quei funzionari nominati dall’ex ministro Lorenzin che faranno di tutto per confonderla.

Questa legge ha tenuto fuori dalle scuole, dalle gite, dalle recite i nostri bambini, mentre i nostri piccoli non vaccinati sono i più sani di tutti. Dunque non abbassate la guardia: parlate con amici e parenti e fategli capire che abbiamo ragione.

Eliminare l’obbligo dei vaccini si può. Io sono stato radiato per essermi messo contro i vaccini, ma per quanto mi riguarda non sono affatto radiato: continuo a fare il medico a tutti gli effetti».

Accanto a Miedico un altro collega ex-dottore, il padovano Paolo Rossaro, radiato proprio dall’Ordine dei medici di Padova; la regista Ambra Fedrigo, autrice del documentario “Il ragionevole dubbio” pronta a pubblicare un secondo lavoro, “Una popolazione fuori dal gregge”.

«Nel mio secondo documentario ci sarà la registrazione della mia bambina di 5 anni, che saluta le sue maestre e i suoi compagni, le mancano tutti moltissimo, le manca la sua scuola, e questo mi commuove e mi fa arrabbiare perché i nostri figli sono sani e non sono un pericolo per nessuno, nemmeno per gli immunodepressi che, al contrario, devono temere di più i bambini vaccinati per i 40 giorni successivi alla vaccinazione.

Nelle scuole ci sono bambini ammalati di epatite e di Hiv, tutelati giustamente dal diritto di privacy, ma non ci sono i nostri figli completamente sani».

Proprio i piccoli sono una grande fetta del corteo: sulle spalle di mamme e papà, in testa bandane e cappellini. «Sono bimbi sani» ripetono i genitori, «e noi chiediamo per loro, perché li amiamo, libertà di scelta e consapevolezza: la scienza deve essere un aiuto per l’uomo ma non può imporsi.

Per i vaccini non c’è trasparenza. Noi chiediamo solo di poterci informare e conoscere i rischi. Ci etichettano come fanatici e pazzi, hanno provocato un’assurda guerra tra genitori pro-vaccini e dubbiosi, con il risultato che i nostri figli sono addirittura cacciati dalle scuole. Ma la verità è che chiediamo solo consapevolezza sociale».

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