Imu non pagata, a Padova da recuperare oltre 9 milioni
La media è di quasi 1.500 euro all’anno di tassa che colpisce gli edifici commerciali, industriali e le seconde case. Il Comune fa partire l’ultima tranche da 2,7 milioni di avvisi dopo la scadenza della seconda rata per l’imposta sugli immobili
Dopo aver aumentato l’Imu per il 2025, l’amministrazione di Padova fa partire gli avvisi per recuperare quasi 3 milioni di euro di imposta non pagata dai padovani proprietari di immobili commerciali, industriali o di eventuali seconde case.
Nello specifico si tratta di 2,7 milioni, che vanno ad aggiungersi ai 6,4 mancanti e già accertati nel corso dell’anno. Un totale di 9,1 milioni di partite arretrate da recuperare, calcolate subito dopo la scadenza del termine per il pagamento della seconda rata prevista il 16 dicembre scorso. Complessivamente, per le casse comunali, ogni anno l’Imu vale tra i 75 e gli 80 milioni di euro. Di questi, circa 18 milioni di euro vengono però trattenuti dall’Agenzia delle entrate.
A far salire le cifra sono anche i milioni che il Comune prevede di recuperare proprio dall’evasione dell’imposta. Riscatto che poi, realisticamente, si attesta solitamente attorno al 50%.
Dall’imposta sugli immobili quindi l’amministrazione ha appena incassato una cifra che va oltre i 30 milioni di euro, da cui mancano quindi le somme non versate dagli evasori.
Con una media di quasi 1.500 euro all’anno di Imu, Padova è da anni nella top ten dei Comuni dove il tributo è tra i più salati. In Veneto costano di più solo Venezia e Verona. Un salasso rispetto alla media nazionale di 1.070 euro, ma che ha una motivazione valida, considerando che la città del Santo è una delle pochissime ad aver rivalutato gli estimi catastali (nel 2009), mentre in moltissimi altri Comuni si è fermi addirittura agli anni ’70. Un atto virtuoso dal punto di vista fiscale, che però fa salire Padova nella graduatoria delle città dove l’Imu è più alto.
Dal primo gennaio scatterà poi anche l’aumento del 4%, ma solo per i proprietari di locali commerciali, professionali e industriali. Sarà più il rincaro dell’Irpef però a pesare sulle famiglie, contestato dal centrodestra in Consiglio comunale, ma giustificato dall’amministrazione Giordani proprio con i tagli dei fondi voluti dal governo guidato da Giorgia Meloni.
Tornando agli avvisi, ora spetterà agli uffici contabili di Palazzo Moroni il compito di riscuotere attraverso i primi avvisi, iniziando un iter che, davanti ad eventuali recidivi, porterebbe poi all’iscrizione a ruolo e l’invio delle relative cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle entrate.
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