Padova tra le più inquinate d’Italia: Pm 10, ben 61 superamenti in un anno

Report Legambiente “Mal’Aria”: Bene il tram, ma non basta. Ragona: servono politiche sovracomunali

Carlo Bellotto
Una veduta dall’alto del centro storico avvolto da una cappa di smog (foto Bianchi)
Una veduta dall’alto del centro storico avvolto da una cappa di smog (foto Bianchi)

Ci risiamo, Padova è tra le città più inquinate d’Italia. Non è una novità e nonostante gli sforzi non si riesce a invertire la rotta.

La certificazione arriva dal report di Legambiente “Mal’Aria di città: luci ed ombre dell’inquinamento atmosferico delle città italiane”, redatto e pubblicato nell’ambito della campagna itinerante Città2030, come cambia la mobilità, certifica ancora una volta la situazione critica della nostra città quando si parla di inquinamento atmosferico: un’emergenza, lo ricordiamo, che è sanitaria dato che l’inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 decessi solo in Italia.

Quindi c’è poco da star tranquilli visto che l’allarme viene lanciato ormai da troppi anni.

Il Pm 10, ossia le particelle di diametro inferiore a 10 micrometri che permangono in atmosfera per un lungo periodo di tempo e sono in grado di penetrare nell’apparato respiratorio umano, sono uno dei parametri principali da monitorare.

I superamenti giornalieri: nel 2024 sono state 61 le giornate in cui è stato superato il limite di 50 microgrammi di particelle inquinanti per metro cubo di aria (μg/mc) misurate dalla centralina urbana situata dell’Arcella, mentre 52 in quella della Mandria. Troppe: la normativa italiana ne consente solo 35.

Il valore medio annuale: nel 2024 a Padova è stato di 31μg/mc, quindi entro il limite di legge che è di 40μg/mc ma nel 2030 sarà dimezzato.

Tra le sostanze più inquinanti e pericolose rientra il biossido di azoto (NO2), un gas prevalentemente prodotto dall’ossidazione del monossido di azoto (NO).

L’esposizione eccessiva all’inquinante è dannosa per la salute umana, causando problemi all’apparato respiratorio e alle mucose. Inoltre, tale inquinante ha un rilevante impatto sull’ambiente, in quanto contribuisce ai fenomeni di smog fotochimico, eutrofizzazione e piogge acide.

«Cinque anni ci separano dall’entrata in vigore della nuova normativa europea che renderà fuorilegge gran parte dei territori del bacino padano se le concentrazioni degli inquinanti rimarranno quelle di oggi, Padova compresa» sottolinea Francesco Tosato, presidente di Legambiente Padova «Servono azioni strutturali non più rimandabili in tutti quelli che sono i settori responsabili delle emissioni inquinanti. Lo sforzo fatto fino a oggi con l’implementazione di nuove tecnologie, le limitazioni del traffico privato e le limitazioni negli impianti di riscaldamento ha portato a un miglioramento della qualità dell’aria ma purtroppo non ancora sufficiente. Serve dunque intervenire sulla mobilità: il tram è un’infrastruttura indispensabile ma non va dimenticato il trasporto pubblico locale, fondamentale per connettere la città in modo economico e sostenibile, che deve puntare drasticamente sull’elettrico, collegando il territorio metropolitano da un lato, e favorendo gli spostamenti a piedi e in bicicletta in ambito urbano dall’altro. Serve poi incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio, puntando su efficientamento energetico».

Va accelerata la riconversione degli impianti di riscaldamento con le pompe di calore a gas refrigeranti naturali, da incentivare.

«Padova risulta quinta dopo Verona e Vicenza e pari a Venezia. Un dato che dimostra come la questione dell’aria debba essere affrontata con politiche sovracomunali che incidano su tutto il territorio regionale ma che comunque quello che stiamo facendo a livello locale porta qualche frutto» chiude l’assessore comunale all’Ambiente Andrea Ragona.

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