Padova, la città in guerra con il “suo” aperitivo Lo spritz negli anni cacciato fuori dal centro

Dalle migliaia di ragazzi in piazza delle Erbe al coprifuoco di Zanonato Ecco tutti i luoghi del divertimento nati come alternativa per la movida 
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - NAVIGLI DI LUNEDì
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - NAVIGLI DI LUNEDì

il racconto

Togli il tavolino, metti il tavolino. Con l’oliva o senza. Troppo baccano oppure il deserto con gli spacciatori. In centro o sugli argini del Piovego. Padova è una città che si arrovella sullo spritz. In eterna lotta con uno dei suoi simboli. L’aperitivo più famoso al mondo, che nessuno però riconduce qui. A quell’Aperol creato cento anni fa dai fratelli Luigi e Silvio Barbieri, e presentato alla prima Campionaria. Oggi è bevuto a Manhattan ma qui è sempre fonte di problemi, oggetto di dispute e discussioni. Fin da quando, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, piazza delle Erbe tracimava di studenti, anche 2-3 mila, bicchiere di plastica con aperitivo arancione in mano. È la generazione pre-Millennials ad averlo adottato a simbolo del mercoledì universitario. Costava poco e “sballava” molto.

Il coprifuoco

«I giovani in piazza sono una ricchezza, danno vita alla città. Quello che va evitato è il disturbo ai cittadini. Bisogna trovare un accordo tra residenti e commercianti, ma senza chiusure o coprifuoco», era l’auspicio del sindaco Zanonato nel giugno di esattamente 15 anni fa. Non fu possibile. Arrivò l’ordinanza di chiusura anticipata a mezzanotte. Piazze svuotate e un esperimento: la delocalizzazione.

Il Naviglio dello spritz

È nell’estate del 2006 che si decide di tentare la strada di creare dei poli del divertimento fuori dal centro. Nascono i Navigli, in via Colombo, accanto agli istituti universitari. E poi i Bastioni, in via Marghera, dietro l’Appiani. Sopravvivono solo i primi. E fanno la fortuna del loro creatore: Federico Contin, detto Chicco, che da gestore del bar “Ai dadi” diventa organizzatore di una maxi-manifestazione che da aprile arriva ad agosto. «Mai un problema, mai un’ambulanza», è solito dire. Anche se molti ricordano l’aggressione a Pif, la testa sbattuta contro il cofano di un’auto mentre girava un servizio per le “Iene” assieme a don Marco Pozza, all’epoca (settembre 2007) giovane “don spritz” e oggi cappellano del carcere e amico di Papa Francesco. Quest’anno apertura lo scorso 11 aprile, con un maggio piovoso che ha rovinato una stagione fino al 29 luglio.

I luoghi dell’aperitivo

Negli anni sono tanti i luoghi che si sono accreditati come posto per gli aperitivi estivi all’aperto fuori dal centro. Spesso a partire da diverse aree politiche di riferimento.

Dallo Sherwood Festival, l’iniziativa dell’area antagonista che parte stasera al parcheggio nord dell’Euganeo: in programma anche i grandi concerti con in testa Carl Brave e Subsonica.

È al dodicesimo anno il Pride Village in Fiera, l’evento legato alla comunità lgbt che si è allargato a studenti e famiglie (scatta venerdì 14 con le madrine Venier e Bertè). Poi il Parco della Musica, in via Venezia, con la musica indie e l’ambiente più casual: l’apertura è stata lo scorso 24 aprile e andrà avanti fino a settembre. Legato agli ambienti della destra e degli ultras biancoscudati l’aperitivo estivo all’Ippodromo di Ponte di Brenta: lo spazio de “Le Staffe” ha aperto lo scorso 10 maggio e lo sarà fino a settembre. In arrivo c’è anche l’aperitivo anti-spaccio: ai Giardini dell’Arena il bando per la gestione dell’area fino a Natale è stato vinto dal circolo Mame di Antonio Colella.

La piazza però resta la piazza. Almeno fino alla prossima guerra del tavolino. —

Claudio Malfitano

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