Padova, la corsa per il nuovo rettore è in rosa: verso il duello tra Marzaro e Mapelli

PADOVA. Docenti stimate e autorevoli protagoniste della politica universitaria. Con una marcia in più: entrambi donne. Caratteristica che poco dovrebbe avere a che fare con la scelta del nuovo rettore per il sessennio 2021-2027, ma che invece emerge nella sfida tra la prorettrice alla didattica Daniela Mapelli e l’ex coordinatrice dei direttori di dipartimento Patrizia Marzaro. Un rettore donna, o meglio una rettrice, è comunque una svolta storica per l’ateneo. Un segnale importante di cambiamento e uguaglianza, come quello dato da Ca’ Foscari che a settembre scorso ha eletto Tiziana Lippiello.
L’ultima parola l’avranno i “grandi elettori” del Bo, soprattutto docenti e in percentuale ponderata anche personale tecnico e studenti. Le elezioni sono fissate a maggio 2021, e il nuovo rettore entrerà in carica il 1 ottobre (giusto in tempo per gli 800 anni del Bo che sono nel 2022). Ma la campagna elettorale vera e propria, seppur universitaria, inizierà dopo Natale.
Una sfida tutta rosa
Le grandi manovre per l’elezione del nuovo Magnifico sono iniziate già da diversi mesi. Ed è subito emerso un nome, nel segno della continuità all’interno della squadra di Rosario Rizzuto: la prorettrice alla didattica Daniela Mapelli. Docente di Neuropsicologia, 55 anni, può contare su una larga stima e un consenso consolidato dalla gestione della delega alla didattica. Il banco di prova (superato) è stata la ripresa delle lezioni a settembre, in modalità “duale” cioè in presenza e anche per via telematica. Un successo perché le iscrizioni sono aumentate e gli studenti sono persino tornati a riempire la città.
Trovare una candidatura da contrapporre non era affatto semplice. Serviva una persona autorevole, esperta di politica universitaria, proveniente da una facoltà forte. Così in questi giorni si sta coagulando un consenso attorno a Patrizia Marzaro, già direttore del dipartimento di Diritto pubblico e internazionale e, dal 2015 al 2019, già cooordinatrice della consulta dei direttori di dipartimento. Una docente che ha contribuito al rilancio della facoltà di Giurisprudenza, inventando la nuova laurea triennale in Diritto e tecnologia e costruendo l’esperimento dell’università a Treviso.
I possibili terzi incomodi
Quella del 2021 resterà in ogni caso un’elezione del tutto particolare al Bo. Prima di tutto perché avviene nel corso di una pandemia globale che stravolge ogni consuetudine, anche nel dietro le quinte. Niente pranzi, niente cene, nessun incontro riservato tra i corridoi dei dipartimenti o nella sale neutre delle biblioteche. Tutto viaggia telematicamente, tra gruppi su Whatsapp e chat segrete su Telegram. Nel vortice della rete emergono quindi anche candidature terze, alternative alle due principali.
Un nome ricorrente è quello del vicario Giancarlo Dalla Fontana, già stimato direttore del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali, che rappresenterebbe l’alternativa a Mapelli nel segno della continuità rizzutiana. Su questo stesso versante c’è chi propone un’altra candidatura in rosa, quella della prorettrice alla continuità formativa scuola-università-lavoro Daniela Lucangeli, che gode di grande stima anche tra gli studenti. C’è poi Ingegneria che è uno dei poli più forti dell’ateneo e che potrebbe spingere per una sua rappresentanza più forte. Una possibile carta da giocare in questo senso è quella di Fabrizio Dughiero, docente di Ingegneria industriale ma soprattutto noto divulgatore che si destreggia come volto di un Bo innovativo tra TedX, Festival Galileo, Smau ed Innovation days. —
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