Padova, La Rinascente chiude il 15 febbraio 2019

«Affitto troppo alto, impossibile restare». Sindacati in allarme: «Così si lasciano a casa 60 lavoratori». L’assessore Bressa: «Spero ci ripensino, no speculazioni»
CARRAI - VETRATA ROTTA ALLA RINASCENTE
CARRAI - VETRATA ROTTA ALLA RINASCENTE

PADOVA. La Rinascente chiuderà il 15 febbraio 2019. Prima una voce, poi la conferma con una nota dell’azienda. Affitto troppo oneroso, la motivazione. E per i 39 dipendenti il rischio di essere «ricollocati» all’interno degli altri negozi italiani. «Spero ci ripensino – commenta l’assessore al commercio Antonio Bressa – Perché Padova è una piazza importante. E lo sarà ancor più in futuro».

Sindacati preoccupati. I rappresentanti della proprietà, il fondo thailandese Central Retail Corporation, hanno già comunicato ai sindacati (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) la scelta, che pare irrevocabile. La causa sarebbe un dissidio con la proprietà (cioè una società immobiliare riconducibile alla famiglia Tabacchi) sul canone di affitto.

La chiusura però rischia di lasciare a casa sia i 39 dipendenti che hanno un contratto a tempo indeterminato che la trentina di lavoratori addetti ai corner delle griffe più prestigiose. «È un fulmine a ciel sereno – sottolinea Marquidas Moccia, segretaria della Filcams – Abbiamo chiesto subito un incontro urgente con l’azienda, che dovrebbe avvenire entro l’8 dicembre. Non si può e non si deve chiudere un’attività, che dà lavoro a una sessantina di persone, spesso con famiglie a carico. La mobilitazione dei lavoratori scatterà già nei prossimi giorni. E in occasione delle festività natalizie coinvolgeremo anche i consumatori, probabilmente con presidi sul Listòn. Nel frattempo chiediamo il sostegno del Comune, della Provincia e della Regione».

Affitto oneroso. «Inaugurato nel 1999, il negozio di piazza Garibaldi negli ultimi 10 anni ha “consuntivato” perdite importanti – chiarisce l’azienda in una nota – In considerazione dell’avvicinarsi della scadenza contrattuale dell’affitto, Rinascente ha richiesto alla proprietà una revisione al ribasso del canone del futuro contratto, oggi troppo oneroso per il giro d’affari sviluppato dal negozio. La proprietà ha risposto che a scadenza avrebbe richiesto, invece, un aumento del canone per adeguarlo al mercato degli affitti di Padova. Di conseguenza, Rinascente si vede costretta ad uscire dal contratto. Perché, oltre ad non essere in grado di assorbire l’aumento importante del canone, non può permettersi di operare per lungo tempo in uno store senza effettuare investimenti sia propri che dei brand».

Il comune in campo. «La trattativa è privata ma voglio credere che non sia già chiusa del tutto», è il commento dell’assessore al commercio Antonio Bressa. «Invito Rinascente a riflettere bene prima di lasciare una piazza importante come Padova proprio nel periodo in cui stanno per sbarcare in città anche altri marchi importanti come Hilton e Starbucks. E chiedo anche alla proprietà immobiliare di non tirare troppo la corda sugli affitti. Sarebbe un peccato perdere attività storiche che qualificano il nostro sistema del commercio a causa di queste speculazioni».

La notizia è arrivata anche ad Ilaria Macola: «Per noi negozianti è una notizia bruttissima – dice la titolare della boutique omonima – Dopo “Dolce e Gabbana”, “Bulgari e “Cartier”, se ne va un altro marchio importante. Spero che al suo posto non arrivi un altro grande magazzino, che non ha la storia del marchio milanese».




 

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