Padova, l’Arcella e la maledizione di via Faggin

PADOVA. Via Lucindo Faggin non è una strada qualsiasi per i padovani da quando il 20 gennaio 1976 nella villetta al numero 27 venne uccisa con 59 coltellate Margherita Magello, 24 anni. Accusato dell'omicidio un 18enne che si presentò dai carabinieri come testimone: Massimo Carlotto, oggi affermato scrittore noir, allora lì in quella casa perché al piano sottostante abitava la sorella.
Il processo girerà attorno a questo: Carlotto salì attirato dalle grida di aiuto della ragazza per la difesa o, al contrario, Magello urlava cercando di sottrarsi dall'aggressore che conosceva per nome? Assolto in 1° grado, condannato in appello, in fuga in Francia prima e poi in Messico, arrestato ed estradato in Italia, il caso Carlotto ha tenuto banco trent'anni.

Ha diviso la città in innocentisti e colpevolisti, il tutto inquinato dalla militanza politica di Carlotto allora di Lotta Continua (erano gli anni 70) e impegnato in un'indagine sullo spaccio di eroina all'Arcella. Il processo (11 sentenze e 7 dibattimenti) lungo e complicato ha vissuto momenti chiave. Il rifacimento nel 1989 causa nuovo codice di procedura penale, la revisione concessa a Carlotto, la sentenza di colpevolezza in Cassazione, la grazia del presidente della Repubblica Scalfaro nel 1993.––.
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