Padova, le visite “immersive” esaltano la meraviglia del battistero

Inaugurato il nuovo percorso che parte dalla Sala del Capitolo del duomo: schermi multimediali e luci valorizzano gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi

Cristiano Cadoni

PADOVA. Giocano nella stessa squadra, quella di Urbs Picta, il ciclo di affreschi del Trecento che ha conquistato lo scudetto del riconoscimento Unesco. Ma se finora la stella riconosciuta universalmente è sempre stata solo la Cappella degli Scrovegni, ora anche il battistero del duomo ambisce a un ruolo di primo piano sul tavolo dell'offerta turistica. I numeri dei visitatori, negli ultimi mesi, sono in rapida ascesa, a testimonianza del fatto che il sito è di grandissimo interesse e che non è solo Giotto a richiamare l’attenzione dei turisti. E da oggi c'è un ulteriore balzo in avanti dell'offerta, perché la Meraviglia del Trecento di Giusto de' Menabuoi si qualifica con un nuovo bellissimo percorso di visita "immersiva", gestito dall'impresa culturale Kalatà e inserito nel pacchetto di Domus Opera, nuovo nome dato dalla diocesi alla cittadella vescovile e al complesso che racchiude cattedrale e battistero, palazzo vescovile e museo diocesano.

Al battistero da sabato 9 luglio si accederà non più direttamente dalla piazza ma dalla Sala del Capitolo del duomo, dove i visitatori - venti per volta e con tempi contingentati, accompagnati da guide o audioguide (prenotazioni su www.kalata.it - potranno immergersi nella presentazione multimediale del ciclo di affreschi, grazie alle tavole elettroniche progettate da Neo e installati da Professional Show che rifletteranno sul muro e per terra le proiezioni del racconto e delle immagini dettagliate dell'opera di Giusto de' Menabuoi. Poi, una volta dentro, il nuovo sistema di illuminazione renderà ancora più emozionante l'esperienza della visita, esaltando i colori e i dettagli degli affreschi.

Intorno a questa operazione c'è un restauro più generale del battistero, visibile dalle impalcature esterne. I lavori andranno avanti ancora per almeno sei mesi, ma c'è già chi sogna di estendere le "ricerche" di nuovi tesori agli spazi intorno e sottostanti che promettono interessanti scoperte.

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