Padova, Litta sospeso da tutta l’attività medica
PADOVA. Sospeso dall’attività medica dell’Azienda ospedaliera, potrà proseguire a fare ricerca e didattica all’interno dell’Università.
È la decisione del collegio dei garanti nei confronti del professor Pietro Litta della Clinica di Ginecologia e Ostetricia, che avrebbe chiesto – secondo quanto testimoniato da un video dalla trasmissione televisiva Petrolio – duemila euro a una paziente per tagliare la lista d’attesa in un intervento di chiusura delle tube. Paziente che in realtà era un’inviata della trasmissione.
Ieri mattina alle 8 la commissione dei garanti, formata dal direttore sanitario Daniele Donato e dagli avvocati Fabio Pinelli e Chiara Cacciavillani, si è riunita e ha deciso per la sospensione di Litta, al quale era già stata proibita la libera professione e che ora è sospeso anche dall’attività medica. Insieme a lui era finita nei guai anche la collega Alessandra Andrisani, alla guida del Centro di Procreazione medicalmente assistita, che avrebbe offerto all’inviata Rai uno sconto sulla visita se avesse rinunciato alla fattura. Anche la sua posizione è stata esaminata dal collegio dei garanti, nonostante la sospensione dall’attività di assistenza le fosse già stata revocata poiché all’epoca dei fatti operava in regime “extramoenia”, cioè svolgeva l’attività in libera professione in un centro privato e non nell’ambito delle strutture pubbliche. La decisione della commissione sarà trasmessa formalmente entro stamattina alla direzione generale dell’Azienda ospedaliera. Infatti il collegio è tenuto a prendere una decisione e a renderla nota alla direzione dell’Azienda ospedaliera entro 24 ore dall’inizio della riunione.
Intanto domani mattina scenderà in campo il servizio ispettivo della sanità regionale che a partire da Padova darà il via a una serie di controlli a tappeto. Gli ispettori regionali saranno un dirigente medico, un dirigente esperto in organizzazione e gestione delle liste d’attesa e un esperto amministrativo di contrattualistica del lavoro. Il loro compito sarà quello di effettuare severe e rigorose verifiche sul funzionamento del sistema di prenotazione e sul rispetto della delibera della giunta regionale del 2013, con la quale si disponeva il divieto di svolgere attività intramoenia allargata. E si partirà proprio dell’azienda ospedaliera di Padova per poi passare a tutte le Usl della regione. Il fine è quello di appurare se dipendenti del sistema pubblico, o universitari, abbiano rispettato quanto disposto dalla delibera. Verrà svolto anche un controllo su tutte le strutture sanitarie private-accreditate per verificare se, quando e con quali modalità dipendenti pubblici o universitari vi abbiano prestato la loro opera. In particolare sotto la lente d’ingrandimento finirà la convenzione con la clinica privata Cittàgiardino, luogo dove Litta ha incontrato la finta paziente, proponendole la scorciatoia per l’intervento richiesto. Insomma un complesso lavoro incrociato che interesserà una ad una tutte le strutture sanitarie pubbliche e private-convenzionate del Veneto.
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