Maximulta al karaoke del bar, pagano i clienti con una colletta
La titolare del Faith della Guizza, Stefania Gemo: «Verbale dei vigili di quattrocento euro per rumore, ero triste. Poi loro mi hanno commosso. Li ho visti prima confabulare a un tavolo, quindi uno di loro mi ha portato una busta: è la nostra solidarietà, ha detto»

Il locale è quello nello spiazzo del distributore Esso della Guizza, prima di entrare ad Albignasego. La gestione è separata dalla benzina: Stefania Gemo, piovese, l’ha rilevato un anno fa. «Era chiuso, ci ho messo un po’ a ridargli vita. Mi piace questo lavoro,vedere la gente felice. La gioia dello stare insieme. Ma quando è arrivata quella multa mi sono messa le mani nei capelli».
La multa
Quattrocento euro per musica troppo alta oltre le 22. La polizia municipale è intervenuta su richiesta di un vicino.
«Musica la facciamo il venerdì e sabato sera: il karaoke. Vengono da città e provincia, ci sono anche bambini e famiglie, è un grande divertimento», dice Stefania. «Certo che una multa così salata non me l’aspettavo, io vivo del mio lavoro, questo non è un locale che ti fa ricca. Così quando mi è arrivato il verbale dei vigili sono caduta nello sconforto. I clienti mi hanno vista triste, e mi hanno voluto fare una sorpresa. Senza dirmi niente, mi hanno presentato una busta: c’è posta per te! mi hanno detto. Ed era una busta con il denaro per pagare la multa. C’era anche un biglietto, glielo leggo».
Stefania apre un cassetto del bancone, prende un foglietto scritto a mano:«Gli amici si vedono nel momento del bisogno e noi in questo momento siamo tutti con te».
Il gesto solidale che emoziona
Lo legge ancora con un po’ di emozione. Sarà che non siamo più abituati a gesti di cuore, spontanei. Sarà che quella clientela numerosa e canterina è diventata la sua famiglia. Ma gli occhi di Stefania ora sono rossi. «Io non me l’aspettavo. Ricordo che ho visto un gruppetto parlare fitto tra di loro. Poi è arrivato Domenico, uno dei clienti più assidui, a darmi la busta: c'erano i soldi e i nomi di chi aveva partecipato alla colletta. Hanno specificato che era un gesto di solidarietà perché secondo loro era stata commessa un'ingiustizia. Ed è questo che mi ha commosso», aggiunge.
I clienti
Domenico, conosciuto anche come “Domix”, arriva nel locale e precisa: «Quei soldi li abbiamo raccolti in meno di mezz’ora, chi dava due euro, chi cinque, chi dieci. Ma tutti hanno voluto partecipare». E un’altra frequentatrice del locale, Adele Tresoldi, specifica: «Non stavamo facendo niente di male, c’è un po’ di musica ma non ad alto volume, ci è sembrato ingiusto multarla».
Nelle serate di karaoke la musica si spegne dopo mezzanotte. Molti rimangono ancora un po’ a chiacchierare, fare amicizia, o giocare a freccette: «Ma è tutta gente brava, ho lavorato tanto per creare una clientela bella, rispettosa ed educata. Per questo mi sono sentita ferita».
A volte, anche le piccole cose della vita arrivano per insegnarci qualcosa. E così Stefania ci pensa un po’ su, mentre versa un aperitivo a un cliente del pomeriggio: «Questa storia mi ha insegnato che c'è gente cattiva, ma c’è anche tanta gente buona. Spero che questa volta non vinca la gente cattiva. Perchè è vero che adesso ha vinto la bontà delle persone e la solidarietà. Ma potrebbe non essere finita qui».
Mi soffermo a guardare la parete dove si canta il karaoke: è interamente tappezzata con l’immagine dell’album «Faith» di George Michael. Così, prima di andar via, le chiedo: «Stefania, come mai ha chiamato questo locale Faith, cioè Fede?».
« È il titolo del primo album da solista di George Michael», risponde. «Sono una sua grande fan. C’è una sua frase che ho fatto mia: “Si torna spesso dove si è stati bene”. E quello che desidero accada a chi viene qui a cantare insieme a noi». —
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