Padova, mini porti turistici in città. Bando per sei attracchi: ecco come partecipare

L’amministrazione cerca gestori per le banchine da Boschetti fino alla Stanga. «Utili per l’arrivo delle barche ma anche per locali e ristoranti galleggianti»

Luca Preziusi
Nuovi attracchi alle darsene
Nuovi attracchi alle darsene

 

Sei attracchi diventano mini-porti turistici per rendere Padova sempre più città d’acque. Con questo obiettivo l’amministrazione ha pubblicato un avviso di manifestazione d’interesse per affidare la gestione degli spazi acquei tra piazzale Boschetti, Portello e la darsena del complesso ex Alleanza (tra il ponte Ariosto e ponte Graissi), dopo le diverse richieste arrivate da alcune società di navigazione interessate alla riqualificazione di quelle zone e a potenziare il loro commercio.

Il progetto 

È un nuovo atto sul versante della politica fluviale dopo lo stombinamento dell’Alicorno e la richiesta di rendere navigabili tutti i canali che attraversano la città del Santo.

L’avviso prevede la possibilità di realizzare attracchi sui pontili del Piovego, quindi dei punti da cui partire per percorrere i fiumi padovani, ma anche per spingersi fino alla laguna di Venezia. Probabile che da quei sei pontili possano quindi partire barche turistiche o da prendere in affitto, in base anche al business di chi riuscirà ad aggiudicarsi eventualmente una prossima gara.

La manifestazione d’interesse infatti non è vincolante per l’amministrazione, ma qualora dovesse arrivare una sola offerta, potrebbe anche approdare a un’assegnazione diretta.

A questo progetto, in un secondo momento, potrebbero anche essere affiancati altri tipi di attività commerciale per rendere più attrattivi i porticcioli, tra cui chioschetti estivi o piccoli ristorantini sull’acqua, come ne esistono in molte città italiane o nelle grandi capitali europee: «Fa parte di un’azione di rilancio dei nostri fiumi – spiega il vicesindaco Andrea Micalizzi, che ha la delega alle acque fluviali – E anche per questo tre anni fa abbiamo aggiornato il piano degli attracchi, perché insieme ai diversi enti di governo vogliamo attrezzare e animare al meglio i luoghi vicini alle nostre acque».

Turismo 

Puntare quindi al turismo fluviale, che nella vicina Venezia vive ovviamente di rendita propria, resta l’obiettivo per spingere Padova appena alle sue spalle: «In realtà sembra un fenomeno poco seguito, ma muove almeno 40 mila persone all’anno e che magari partono dalla riviera del Brenta – rivela Micalizzi – È un vettore turistico che trascina molte persone, ma su cui si può sicuramente investire e lavorare in ottica futura.

Non immaginatevi però movida e localini, perché lo scopo del bando è quello di riqualificare l’area e di darla in gestione a chi si occupa per professione della sosta delle barche. Poi, non è escluso che qualcuno possa attrezzarla anche con attività collaterali, ma il principio da cui nasce l’attività non è assolutamente quello.

Ed eventualmente se ne parlerà in un secondo momento, quando arriveranno le offerte». Il fine ultimo è quello di provare a raddoppiare i numeri. Da questo nasce anche la richiesta alla Regione di rendere navigabili i canali interni della città, attualmente invece off limits per le imbarcazioni turistiche.

I bandi 

Da Palazzo Moroni sono partite a gennaio le osservazioni in direzione Venezia, per inserire anche tutto il percorso del Piovego, dalle Porte Contarine fino all’imbocco del canale San Gregorio, su cui però non è ancora arrivata una risposta definitiva. I canali per cui si richiede la navigabilità non erano stati considerati nel 2006, in occasione dell’istituzione del Demanio stesso, a causa di una errata classificazione ministeriale risalente al 1956.

Lo scopo tecnico è quello di dare certezza e sicurezza agli operatori professionali del turismo fluviale, che attualmente possono svolgere la loro attività solo lungo aste fluviali dove la navigazione è permessa (quella privata da diporto è comunque sempre stata ammessa).

Ma quello più concreto è sostenere il turismo fluviale, che porterebbe a vedere Padova e i suoi beni artistici e storici da una visuale completamente diversa.

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