Bloccata, poi le mani sul seno: donna molestata da un collega. A Padova dieci denunce in 3 mesi
La denuncia della Fp Cgil. L’ultimo caso nella sanità: una donna è stata bloccata e toccata da un collega. Stivali: «Riconoscere la malattia professionale». «Episodio che rivela una situazione diffusa di grande aggressività»

Bloccata contro la scrivania, le mani sul seno. Un bacio carpito con la forza. Ma anche urla e ordini inappropriati.
Lei ha reagito: sul momento difendendosi come poteva, urlando a sua volta.
Quindi ha denunciato.
È quanto successo a una lavoratrice del comparto sanità del Padovano che si è rivolta alla Funzione pubblica della Cgil dichiarando di essere stata aggredita e molestata sessualmente da una persona che lavora nel suo stesso ambiente.
Ma questo è solo uno dei casi di molestia e aggressione che si trova ad affrontare il sindacato in un’attività che è diventata tristemente “ordinaria” per la frequenza con cui avvengono le segnalazioni: una decina i casi presi in carico da gennaio.
L’ennesimo episodio, che si accende proprio mentre si spegne l’eco delle riflessioni della Giornata internazionale della donna e racconta di una quotidianità di prevaricazione consueta, sia essa a sfondo sessuale o più strettamente psicologico.
«Questa è una delle aggressioni che abbiamo dovuto affrontare per quanto riguarda molestie e vessazioni nei luoghi di lavoro», sostiene la segretaria generale della Fp Cgil Alessandra Stivali, «un esempio eclatante dell’utilizzo della forza e dell’aggressività.
Gestiremo il caso con la consigliera di parità, il comitato unico di garanzia e i legali, però questo episodio è l’emblema di come le molestie sessuali nei luoghi di lavoro non siano finite. Quello che registriamo è un clima di grande aggressività generale non solo nei confronti delle donne, ma anche degli uomini tra di loro, inasprito dalla crisi economica: la situazione è pesantissima».
Secondo un’indagine della Cgil pubblicata su Collettiva News, il 54% delle lavoratrici intervistate segnala casi di molestie sessuali nella pubblica amministrazione: l’80% delle vittime chiede sportelli psicologici, il 70% vuole segnalazioni anonime, l’83,7% invoca un congedo retribuito realmente accessibile.
«Nel lavoro che si sta facendo per il rinnovo delle Rsu per il 2025, si darà come obiettivo la continuazione della presa in carico delle molestie e delle vessazioni nei luoghi di lavoro, riconoscendo da parte di Inail la malattia professionale che si può determinare rispetto alle aggressioni.
Quindi non solo i congedi che già ci sono da parte dell’Inps per le donne vittime di violenza sia nei luoghi di lavoro che domestica, ma anche un riconoscimento di malattia professionale perché chi è sottoposto a molestie verbali con vessazioni e violenza diretta o fisiche, ne ha una ripercussione sulla propria salute. Parliamo di ripercussioni sia sul fronte del benessere che della professionalità: il nesso di causalità tra situazione scatenante e salute è diretto - conclude Stivali -.
Il luogo di lavoro, grazie all’utilizzo di codici di condotta, azioni propositive e di miglioramento, dovrebbe essere tutelante».
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