Stazione a Padova, sanzioni a raffica ai fragili. Giordani: «C’è bisogno di umanità»
Il primo cittadino assolve le forze dell’ordine. Nalin, Gallani e Ostanel: «Chiediamoci se queste multe ci fanno sentire più sicuri, investiamo sulla marginalità sociale»
![Ligia Agachi, 62 anni dalla Romania, mostra la multa](https://images.mattinopadova.it/view/acePublic/alias/contentid/1h62vd48jjxxc9ii6nc/0/aa-jpg.webp?f=16%3A9&w=840)
«I fenomeni di marginalità estrema vanno gestiti con grande umanità, con l’attenzione alla cura della dignità delle persone e con percorsi di accompagnamento virtuosi. Quanto accaduto non ha colpevoli o responsabili da ricercare, ma semmai mi fa capire come tutti dobbiamo entrare in un sempre maggiore coordinamento. Io per primo, dico a me stesso, che possiamo e dobbiamo fare di più tutti assieme». Mentre una parte di padovani e del mondo della politica s’indigna, il sindaco Sergio Giordani assolve le forze dell’ordine che nel weekend hanno multato i senzatetto in stazione.
Finiti coinvolti in qualche modo nella scelta di renderla zona rossa, come voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, i senzatetto sanzionati hanno provocato molta amarezza nella maggior parte dei padovani. Anche tra i favorevoli ai muri, nelle zone ritenute più pericolose, è scattata incredulità. La sensazione è che i patti non fossero questi: va bene gli spacciatori e i pregiudicati, ma si lascino stare i poveri. E se è vero che ai senza fissa dimora non è stato applicato il foglio di via per le nuove norme, è altrettanto vero che l’aumento di agenti in stazione ha provocato qualche corto circuito.
Le multe ai senzatetto ne sono un esempio. Online, una volta pubblicata la notizia, è scattata la rivolta: «mancanza di buon senso», «lotta ai poveri» e «vergogna» sono tra le poche critiche pubblicabili.
«Ricompattiamoci»
Il sindaco Giordani invece ha deciso di fare da pacificatore: «Penso sia indispensabile evitare polemiche e proprio con questo intento vorrei chiarire quanto siano episodi che esulano dalla recente ordinanza prefettizia, che parla di reati contro il patrimonio e contro la persona – spiega il primo cittadino –. Come sindaco sento il dovere di uscire dalle contrapposizioni e, nell’interesse delle persone più fragili, di affermare con chiarezza che Padova è una città dove l’umanità è di casa e dove nessuno vuole la guerra ai poveri. È la città delle cucine economiche popolari, dove una miriade di cittadini e associazioni ogni giorno operano nel bene per superare le diseguaglianze. La città di Don Giovanni Nervo non può e non deve vivere la povertà come un fastidio, ma come un pungolo che ci interroga ogni giorno».
L’indignazione però ieri era già partita dal web, prima di spostarsi nel mondo della politica e della società civile. E ha fatto breccia nella parte già contraria alle zone rosse.
La sicurezza sociale
«Chiediamoci se ci sentiamo più sicuri sapendo che la polizia, dentro la zona rossa, multa le persone senza dimora – sostengono Marta Nalin e Chiara Gallani, ex assessore e oggi consigliere di Coalizione Civica, a cui si è unita anche la consigliera regionale, Elena Ostanel –. Vorremmo che ce lo chiedesse il governo. Vorremmo che ci chiedesse come stanno le zone intorno alla quella rossa e che ascoltasse le nostre risposte. Ci avevano detto che “zona ad alto impatto” avrebbe significato più interventi sociali, ma noi sapevamo che sarebbero stati solo interventi di polizia contro le persone più fragili, che di quei servizi avrebbero bisogno. E purtroppo abbiamo avuto ragione noi. Ricordiamo che il bilancio sociale del nostro Comune si aggira attorno ai 40 milioni di euro, che aderiamo alla federazione italiana organismi persone senza dimora e che abbiamo ottenuto tutti i fondi del Pnrr per combattere la marginalità sociale. Abbiamo progetti di inclusione sperimentali e all’avanguardia. La nostra città promuove la sensibilizzazione su questi temi e ogni anno molte iniziative si raccolgono proprio attorno alla “Notte dei Senza Dimora”. Dobbiamo continuare a investire su questo e dire no all’approccio securitario. Chiediamo di fermarsi, per non diventare strumento di propaganda sulla pelle delle persone» chiudono.
L’umanità dei padovani
Una sensibilità che ieri poi si è vista sul posto, dove diversi cittadini sono andati a trovare i senzatetto multati, offrendosi di pagare la multa: «Non voglio che il mio nome sia riportato, perché altrimenti poi c’è chi pensa voglia farmi bello e invece questa è un’iniziativa personale – racconta uno di loro –. Io sono assolutamente d’accordo con le zone rosse e sono stato soddisfatto quando sono state istituite, ma si parlava di reati e non di accanirsi sulla povera gente».
Tornando alla politica, anche Carlo Pasqualetto, segretario regionale di Azione e consigliere comunale della lista civica del sindaco, critica l’operazione: «Ritengo che le zone rosse siano l’ennesima iniziativa di questo governo che fa del sensazionalismo il suo metodo principale, ma poi le ricadute sono sulle amministrazioni locali. Ho dei seri dubbi che questo tipo di scelte cambino qualcosa, quindi credo sia più serio distribuire giuste risorse a chi conosce il territorio e a chi sa rispettare le persone, iniziando dai nostri poveri».
«Andrebbe usato del buonsenso – aggiunge Luigi Tarzia, che invece la lista del sindaco l’ha abbandonata in polemica con Sergio Giordani, diventando capogruppo del Misto –. La zona rossa ha ben altre finalità, non certo quelle di colpire la povera gente. Poi però bisognerebbe anche chiedersi come mai ci sono tutte queste persone che vivono per strada, nonostante l’ingente somma che il bilancio prevede a favore dei servizi sociali. Vuole dire che la politica è stata distratta e dovremmo fare tutti di più».
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