Padova, no-global irrompono al convegno anti-aborto con la Donazzan

Un gruppo di una cinquantina di persone (donne, studenti e precari) invade l'aula Morgagni del Policlinico durante un convegno dell'associazione "In punto di vita". L'assessore regionale all'Istruzione nel mirino anche per la "censura dei libri di autori non allineati nelle biblioteche del Veneto"
PADOVA. Un colpo a sorpresa, sferrato dritto al cuore dell'incontro «per la vita». Un manipolo di giovani, domenica pomeriggio, ha fatto irruzione nell'aula Morgagni del Policlinico mentre era in corso il primo incontro dell'associazione «In punto di vita». Il blitz è stato firmato da vari gruppi no-global come Fuxia Block, Reality Shock, Donne in movimento e Collettivi studenteschi.


L'incursione è stata pianificata a fronte dell'incontrovertibile sottotitolo della locandina del convegno: «L'intrinseca indisponibilità della vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale». Le attiviste e gli studenti hanno letto in quelle parole il marchio del «fondamentalismo cattolico propugnato dai soliti anti-abortisti». Suonato l'allarme «rischio fanatismo pro-vita», hanno colpito.


Obiettivo principale del raid, l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan. I ragazzi l'aspettavano al varco da mesi. «Tra ginecologi anti-abortisti, giornalisti anti-darwiniani, professori di serie B - spiegano gli organizzatori del blitz - spiccava un nome significativo, quello di Elena Donazzan. Lei, ideatrice del brillante progetto politico di censura dei libri di autori non allineati nelle biblioteche del Veneto».


I collettivi studenteschi hanno irruzione nell'aula Morgagni per puntare il dito contro la scelta dell'ateneo padovano di patrocinare l'evento: «Siamo studenti di questa Università - il loro grido di battaglia - e ci riprendiamo i nostri spazi. L'Università è un'istituzione democratica, laica, antifascista. E' una vergogna che in quest'aula si tenga un convegno sul diritto alla vita, dal suo concepimento fino alla morte naturale, un convegno negazionista».


L'irruzione è andata in scena quando al tavolo dei relatori erano seduti Francesco Agnoli, giornalista del
Foglio
di Giuliano Ferrara, e l'assessore regionale Donazzan. Alla Morgagni si è immediatamente scatenato il parapiglia: una piccola delegazione ha issato uno striscione che recitava: «La nostra vita è libertà, desiderio e autodeterminazione». Gli altri ragazzi, oltre 50, si sono sparpagliati per l'aula sventolando ciascuno uno slogan. «Obiettiamo gli obiettori», ripetevano all'unisono.


«Sotto l'ingannevole titolo del convegno - spiegano gli autori del raid - abbiamo scoperto, parola dopo parola, quale fosse il suo vero scopo: dimostrare l'intrinseca indisponibilità della vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale. Vale a dire: negare la libertà di scelta di ognuno». I ragazzi, dopo mezz'ora di constestazione, hanno lasciato l'aula, dicendo: «Non siete graditi in questa Università. Chi parla di rogo di libri non ha diritto di parola in un ateneo pubblico».

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