Padova, nuovo polo per i prelievi all'ospedale Sant'Antonio

Il professor Plebani annuncia un potenziamento di via Facciolati per decongestionare gli ambulatori di via San Massimo

PADOVA. Non si è fermato neanche un giorno, neppure durante il lockdown. Con tutte le precauzioni necessarie per evitare anche solo che si presentasse un minimo rischio di contagio, ha garantito un servizio indispensabile per la cittadinanza. È il team del laboratorio analisi dell’Azienda ospedaliera universitaria, guidato dal professor Mario Plebani, che adesso, uscito dal periodo più critico, si trova a gestire il post emergenza.

«Durante i giorni di chiusura totale non abbiamo mai smesso la nostra attività ma ci siamo inventati, senza direttive dall’alto, un modo per dare assistenza alle persone». Come? «Facendo il triage, rinunciando a un’infermiera e mettendola all’entrata con il compito di misurare la febbre e fare le domanda che ci permettono di gestire il flusso».

L’obbligo del distanziamento sociale, oltre ad aver ridotto le prestazioni da 600 al giorno a 450 al giorno, ha portato il laboratorio analisi a ricorrere a tutti gli accorgimenti per evitare l’intasamento delle sale d’attesa. «Vogliamo che la permanenza delle persone all’interno della struttura sia il più breve possibile per ridurre al massimo la possibilità di contagi». Per prima cosa il messaggio che il professor Plebani tiene a far passare è l’importanza della prenotazione tramite il Sistema Lucky.

«Serve ad evitare grandi flussi e garantire un servizio puntuale. Fondamentale è poi che le persone non vengano mezz’ora prima rispetto all’orario dell’appuntamento. In questo modo infatti si creano spiacevoli disagi. Basta presentarsi quei 10 minuti prima». Proprio per gestire meglio l’afflusso di pazienti è stato anticipato l’orario di apertura del laboratorio analisi alle 7.15. «Il servizio di prelievo è disponibile fino alle 13.45. Un’abitudine che molti hanno è presentarsi la mattina presto, in realtà si può fare il prelievo durante l’arco di tutta la mattinata». Se prima del Covid poi tutti potevano entrare in sala d’attesa, adesso questo non è più possibile e le persone cominciano a mettersi in fila dal cancello d’entrata su via San Massimo. «Siamo riusciti a ottenere dei teloni della protezione civile per riparare le persone che attendono da sole e pioggia, in attesa di installare una pensilina». Da quasi 10 anni il laboratorio analisi chiedeva di poter sistemare una pensilina fissa nell’area esterna, ma per problemi legati all’aumento di cubatura non era mai stato dato il permesso. Ora invece la pensilina si farà. «Il Comune in questo è stato molto collaborativo. Il progetto c’è già, auspichiamo che i lavori partano al più presto». Il professor Plebani sta cercando infine, anche attraverso i medici di base, di far passare il messaggio che le stesse prestazioni che mette a disposizione il laboratorio San Massimo dal primo gennaio le mette a disposizione anche l’ospedale Sant’Antonio. «Questo concetto purtroppo ancora non è arrivato e per questo San Massimo è ancora congestionato. Quello che vorremmo è spostare parte dei pazienti al Sant’Antonio. Avendo assorbito il laboratorio l’attività e soprattutto la qualità del servizio è la stessa». Sull’ospedale Sant’Antonio si sta lavorando proprio per predisporre la struttura ad una maggior affluenza di persone. «Al momento ci sono 4 infermieri e tre persone in segreteria, stiamo cercando intanto di portare gli infermieri a 6. Inoltre abbiamo spostato al Sant’Antonio tutti gli esami pre ricovero. Ci piacerebbe arrivare a decongestionare San Massimo in modo da avere meno attese e tempi più veloci sempre mantenendo l’alta qualità che ci caratterizza». —


 

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