Padova, parla il medico che ha detto no alla Ferragni
Il direttore Perilongo spiega la ragione delle porte chiuse alla fashion blogger: no alla spettacolarizzazione, lo faccio per i bambini

PADOVA.
«C’è una linea sottile tra la volontà di portare allegria ai bambini che sono ricoverati nel reparto di Oncoematologia pediatrica e quella che può essere una spettacolarizzazione, che potrebbe anche andare a scapito dei giovani pazienti». Con queste parole il professor Giorgio Perilongo, direttore di Pediatria, spiega la scelta dell’Azienda ospedaliera di non consentire le lezioni di trucco di Chiara Ferragni, celebre influencer con milioni di follower in tutto il mondo, alle bambine ospiti del reparto.
la posizione
«Non siamo un’agenzia di eventi, siamo un ospedale e non siamo in grado di gestire il clamore mediatico che porterebbe l’arrivo di questa famosa fashion blogger» prosegue. «La nostra prima preoccupazione naturalmente è quella di tutelare i bambini». Chiara Ferragni sarebbe dovuta arrivare questa mattina nel reparto di Ocoematologia pediatrica per impartire lezioni di trucco alle giovanissime pazienti.
IL CASO
Un vero e proprio stage dove imparare a combinare rossetti, mascara, ombretti e matite, chiamato dalla blogger moglie di Fedez “Beauty Bites”. L’iniziativa era stata promossa dalla caposala del reparto degenze e aveva avuto anche l’approvazione della direttrice di Oncoematologia pediatrica, la dottoressa Alessandra Biffi. Insomma sembrava tutto pronto. La Ferragni aveva già iniziato a promuovere il suo stage e nei corridoi del reparto dell’ospedale si cominciava già a parlarne, quando improvvisamente è arrivato il «no» perentorio dell’Azienda ospedaliera che ha giudicato «non opportuno» l’evento organizzato con la regina dei social Chiara Ferragni.
LE Priorità
«Credo non sia in discussione il fatto che si cerchi in tutti i modi di alleggerire, rendere quanto più felice possibile e allegro il ricovero dei bambini», sottolinea il professor Perilongo. «Non è neppure in discussione il fatto che ci faccia piacere avere visibilità, che la gente conosca Pediatria e che parli di noi. Detto questo però dobbiamo stare attenti a non superare quella soglia che fa sì che il tentativo di portare gioia si tramuti in spettacolarizzazione. Innanzitutto per i bambini stessi». Il direttore di Pediatria specifica anche come la scelta non sia stata così immediata e facile. «Proprio perché questa linea è molto sottile si può fare la scelta giusta come quella sbagliata. Tante volte associazioni diverse ci hanno chiesto di entrare nel reparto proponendo vari eventi. Il nostro compito è quello di discernere. Spesso non è facile e magari porta a fare errori in un senso o nell’altro, ma lo dobbiamo ai bambini».
l’arrivo
Chiara Ferragni oggi sarà ugualmente in città. Incontrerà i ragazzi della Città della Speranza: «Un conto sono giovani già guariti, un altro bambini ricoverati in un reparto come quello di Oncoematologia pediatrica», continua Perilongo. «Ogni azienda poi sceglie anche il suo stile nel proporsi. Questo è un luogo di cura, non è un teatro». Diversamente è andata qualche settimana fa al marito della Ferragni, Fedez, che tramite l’associazione Team for Children, è riuscito a mandare nel reparto di Oncoematologia pediatrica alcuni cd che il rapper ha appositamente autografato per i suoi giovani fan. —
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