Vedova e madre di due figli piccoli: «Aspetta da mesi turni flessibili da Poste Italiane»

La Cgil: «Azienda rosa? A Padova seguiamo quattro casi simili». Poste: in oltre 160 uffici o il 63% del personale è fatto di lavoratrici

Costanza Francesconi

Rimasta vedova a luglio e mamma di due figli piccoli, una dipendente di Poste Italiane impiegata a Padova aveva chiesto all’azienda di accordarle flessibilità.

Dieci minuti di ritardo rispetto all’ordinario orario di ingresso in sede, alle 8, così da onorare il contratto di lavoro e fare la mamma con meno sacrificio.

Le sue istanze, avanzate da quando il marito si è ammalato gravemente, sono rimaste in principio inascoltate.

Diventate oggetto di una vertenza sindacale rappresentata dalla Slc Cgil padovana, oggi attendono ancora una risposta. «Al centro il riconoscimento di cambio mansione, salvaguardando il livello, ma niente», racconta il delegato Stefano Gallo.

«La dipendente è disperata. Entro novembre c’è in ballo un suo ricollocamento in altro ufficio ma l’azienda resta vaga. Di fatto la sua richiesta è sospesa e lei costretta, per tenere insieme i pezzi, a usufruire di tutti i congedi parentali a disposizione nei fine settimana».

Gallo aggiunge che PT, in seguito al dialogo intrapreso, ha proposto alla lavoratrice un part-time con demansionamento, assumendo di contro nuove figure per posizioni libere, più favorevoli in termini di orario e qualifica, senza tuttavia prenderla in considerazione.

«A Padova seguiamo quattro casi simili per un totale di 13 in Veneto, tra cui un ragazzo padre», continua il sindacalista, «Tutte situazioni dove l’azienda è restìa a concedere un’elasticità minima sull’orario di lavoro a chi cerca di conciliare professione e genitorialità. E allora mi chiedo, perché proclamarsi azienda rosa, se la prassi è questa?».

Per rimanere in tema di genere, giovedì Cgil ha organizzato una iniziativa a Camposampiero a supporto della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Poste, dal canto suo, a Padova ricorda come negli oltre 160 uffici postali della provincia il 63% dei lavoratori che operano come sportellisti, consulenti e direttori sia donna.

Ma anche di aver ricevuto nel 2025, per il sesto anno consecutivo, la certificazione “Top Employers” che seleziona in tutto il mondo le realtà aziendali che si distinguono per le migliori politiche di gestione delle risorse umane, anche legate alla parità di genere.

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