A Padova in inverno ospitati 163 senza dimora: «C’è una città che sa essere solidale»

Il 15 marzo si è concluso il piano di accoglienza del comune. Ci sono anche state 123 esclusioni per mancanza di posti o di requisiti. Numeri in linea con lo scorso anno. Colonnello: «Grazie alle parrocchie che hanno aperto le porte»

Marta Randon
I volontari premiati a palazzo Moroni
I volontari premiati a palazzo Moroni

La Padova accogliente e solidale si è data appuntamento ieri pomeriggio in sala Anziani a Palazzo Moroni dove è stata premiata dal sindaco Giordani – tornato di corsa da Roma, dove ha incontrato il presidente Mattarella – e dall’assessora al sociale Margherita Colonnello. Una comunità inclusiva a tutto tondo: volontari formati, qualche giovane, persone semplici, molti volontari nelle parrocchie e alle prime armi, che quest’inverno hanno contribuito ad accogliere e proteggere le persone senza dimora.

aiutati 163 senza fissa dimora

L’incontro è stato l’occasione per fare un bilancio sugli uomini e sulle donne ospitati quest’inverno nelle strutture pubbliche e private di Padova. Dal 2 dicembre al 15 marzo – «la proroga fino a metà marzo è una novità di quest’anno» ha sottolineato Colonnello – il Piano accoglienza invernale del settore Servizi sociali del Comune, in collaborazione con il tavolo Inclusione del Terzo settore, ha aiutato 163 persone (tra cui 5 donne), 28 di nazionalità italiana, 135 nate in altri Paesi, la maggior parte proveniente dal Nord Africa: 52 dal Marocco, 34 dalla Tunisia, 16 dall’Algeria.

L’arma della relazione

«La richiesta è stata molto alta. I numeri di quest’anno sono in linea con quelli dello scorso – ha spiegato Paolo Mansur, psicologo dell’asilo notturno – La gestione non è sempre stata facile e i volontari sono stati formati. L’unica arma utile è la relazione. È li che dobbiamo continuare a lavorare».

Collaborazione tra pubblico e privato

L’asilo notturno ha 82 posti. Gli altri sono stati trovati in otto strutture private: la sala colazioni dell’ex Ostello di via della Paglia; il quartiere di Granze; Casa a Colori; l’Oasi in via Righi; le parrocchie di SS. Trinità, Altichiero, San Bellino e San Filippo Neri. «C’è stata una grande collaborazione tra pubblico e privato – ha sottolineato Colonnello – Ringrazio tutti, in particolare le parrocchie e gli abitanti di Granze, che si è rivelato un territorio particolarmente accogliente».

Ancora tanti in strada

Ma ci sono stati anche 123 senza dimora che non sono stati accolti. «Per problemi di posti disponibili, ma anche di assenza di requisiti necessari» ha detto Salvatore Russotto, presidente di Cosep.

«La rete invernale è un modo per entrare in contatto con chi non conosciamo, è un momento importante di aggancio», ha concluso. Una ventina non avevano la residenza «sono stati invitati a raggiungere il proprio Comune», ha chiuso l’assessora. —

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