Padova. Quei balordi a caccia di alloggi vuoti nel quartiere che fu della buona borghesia

il racconto
Non è la prima volta che persone senza fissa dimora cercando di occupare gli spazi del quartiere San Gregorio. Non è la prima volta che i residenti segnalano il fenomeno. E non è la prima volta che i carabinieri intervengono. Lo scorso agosto due uomini erano stati sorpresi in un ufficio al piano terra di uno degli ultimi palazzi lungo il Piovego, in via Turazza. «Una notte», raccontano i residenti, «abbiamo sentito un boato e la mattina dopo abbiamo visto i segni di un’effrazione in piena regola: avevano buttato giù una porta accedendo dall’argine. Abbiamo chiamato l’ex portiere dello stabile, una persona fidata che sa come muoversi e che è intervenuto immediatamente con i carabinieri».
Reazione
La prima settimana di settembre, invece, i militari – sempre allertati dai residenti – hanno sorpreso un uomo e cinque giacigli negli uffici sfitti del civico 39, questa volta all’interno del giardino condominiale. Intorno a questi ingressi furtivi una giaculatoria di piccoli furti, auto forzate, bici scomparse, garage aperti con la forza e cantine scassinate. E l’indignazione monta nel rione che è stato la casa della Padova borghese, che è ancora abitato da famiglie benestanti, che prova a risollevarsi, ma che pure, negli ultimi dieci anni, ha dovuto fare i conti con fallimenti societari, case messe all’asta e manutenzioni sempre più a rilento.
Il miraggio
Nato come quartiere Alleanza perché di proprietà dell’Alleanza Assicurazioni, conta 19 palazzine e 700 unità (tra appartamenti ed uffici) e più di 800 posti auto e box sotterranei. Negli anni Ottanta e Novanta era considerata una cittadella nella città e, tra le vie Ariosto, Pellizzo e Turazza, abitavano e lavoravano più di 3 mila persone. Dopo un susseguirsi di gestioni, nel 2015, è fallita l’ultima società che aveva rilevato il complesso e sono cominciati i guai. Se la parte commerciale resta saldamente in mano alle banche, quella residenziale si sfalda alle aste fallimentari.
La riqualificazione
Nel 2017 le prime “svendite”, l’anno dopo Unipol Banca interviene avviando un’opera di riqualificazione tramite vigilanza privata e qualche intervento di riqualificazione energetica. L’intervento dell’istituto di credito ammonta a 1 milione di euro. Ad oggi gli appartamenti sono quasi completamente occupati, con alcune ristrutturazioni importanti: piscine sui tetti e giardini pensili. Tuttavia qualcosa non si è ancora sanato: continuano a mancare le famiglie, di bambini c’è appena traccia, le manutenzioni restano indietro e si sta scavando un solco sempre più profondo tra i condomini abitati dai “piccoli proprietari” (vigili al primo accenno di abbandono) e quelli semivuoti (lasciati al loro destino). La frattura si manifesta con i terrazzini in alcuni punti addirittura pericolanti; nei garage derubati; nelle cantine prese di mira dai ladri.
Infuriati
E proprio nell’ultimo palazzo, che si perde nella nebbia dell’argine, i residenti sono infuriati: «Ma dov’è la vigilanza che paghiamo noi? », si domandano, «com’è possibile che degli sbandati violino una casa e decidano di abitarla?». «Conosco numerose persone che abitano lì, tra i quali alcuni amici e di degradato non c’è proprio nulla – scandisce l’assessore alla sicurezza Diego Bonavina – Un fatto come questo sconcerta, ma quello che mi preoccupa è come ognuno guardi solo a sé stesso e non a cosa gli succede accanto. Vivere in un condominio dovrebbe significare collaborare e occuparsi anche del vicino. Complimenti all’Arma che, insieme alle altre forze dell’ordine, ci aiuta a mantenere la sicurezza in città». —
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