Il sogno di Renzo Piano all’Arcella, nasce la Fabbrica delle Idee

Un edificio in disuso donato all’Università da un benefattore sarà demolito. Al suo posto il team G124 realizzerà un luogo di ideazione e di progettazione

Cristiano Cadoni / Inviato a Roma

Più di quarant’anni fa Renzo Piano con il suo studio impiantò a Otranto un laboratorio di quartiere.

Era un modulo trasportabile che girava per il centro storico e che restituiva gli architetti alla dimensione più genuina del costruire, permettendo loro di fare direttamente sul posto - sotto gli occhi dei residenti - attività di analisi e diagnostica, informazione e didattica, progettazione, lavoro e costruzione, il tutto finalizzato al recupero degli edifici.

Quella intuizione - una delle “scintille” di cui parla spesso l’architetto e senatore a vita - è rimasta accesa fino a oggi e ha innescato una nuova fiamma, mille chilometri più a nord.

Ma stavolta in una periferia urbana, cioè in quello che da tempo è stato eletto come territorio d’azione prediletto del senatore a vita e dei suoi progetti targati G124.

Che ogni anno - e occasionalmente con cadenza biennale - mettono in campo squadre di neolaureati di università italiane accompagnati dai loro docenti per interventi di ricucitura di luoghi che hanno una bellezza da riscoprire.

La fabbrica delle idee

L’occasione si è presentata a Padova, quartiere Arcella, dove l’industriale Giacomo Bedeschi, quasi coetaneo di Piano, ha deciso di donare all’Università un suo edificio, risalente a un secolo fa, demolito e ricostruito dopo i bombardamenti della seconda Guerra mondiale.

L'architetto Renzo Piano
L'architetto Renzo Piano

In viale Arcella, nel giro di due anni, sorgerà la Fabbrica delle Idee, una versione aggiornata del laboratorio mobile sperimentato a Otranto.

Sarà un luogo dove sbocceranno prototipi di arredo urbano e progetti di rammendo delle periferie, uno spazio del fare e del pensare, sede di startup e studentato.

Un contenitore di «relazioni e affetto», così lo immagina il senatore Piano, rinnovando il suo amore per le periferie.

Il progetto

L’edificio di Bedeschi, così com’è oggi, sarà interamente demolito e ricostruito, con un livello in meno, volumi ridotti di un terzo e un arretramento rispetto alla strada.

La Fabbrica delle Idee sarà una struttura trasparente e leggera di 780 metri quadri su due livelli.

Sarà un edificio green, autonomo sotto il profilo energetico grazie a una copertura con 400 metri quadrati di pannelli fotovoltaici.

Al piano terra ci saranno undici moduli da sei metri per sei, due dei quali destinati a ingresso e uscita verso il giardino. Cinque saranno aule-laboratorio, quattro saranno utilizzati come spazi di incontro, conferenze ed expo.

Al primo piano ci saranno nove moduli: quattro dedicati a foresteria per dottorandi e assegnisti di ricerca, cinque – su idea della rettrice Daniela Mapelli, che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa - accoglieranno startup dell’università.

Sul retro ci sarà un giardino con una gradinata, costruita con materiali di risulta della demolizione. Sarà a forma di anfiteatro e potrà ospitare piccoli eventi.

Dall’idea al dettaglio

Ottenuta la disponibilità dell’edificio, il dipartimento Icea, con il tutor Edoardo Narne, professore nel corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura e da anni coordinatore degli interventi G124, ha cucito i fili dell’operazione: la rettrice Mapelli è stata ospite di Piano, a ottobre.

E il senatore a vita si è messo subito a disegnare una bozza del progetto che poi ha messo in mano al team padovano che ci lavorerà nei prossimi due anni.

Dettagli e plastici della Fabbrica delle Idee sono stati presentati nello studio G124 di palazzo Giustiniani a Roma lunedì durante una giornata che ha inaugurato un altro pacchetto di interventi nelle periferie urbane, finanziati da Piano con i suoi fondi da senatore: con Padova, ci saranno Sora (dove sarà realizzata una scuola in legno) e Napoli (dove si costruirà una Casa di comunità).

Nell’occasione sono stati anche chiusi i progetti dell’ultimo biennio, compreso quello che ha regalato una nuova piazza a Rovigo e che ha visto coinvolta sempre l’Università di Padova con il sostegno della Fondazione Cariparo, presente in Senato con il segretario generale Roberto Saro.

Il percorso

Definito il progetto, ora sarà una Fondazione di Terzo settore a ricevere la donazione dell’edificio da Bedeschi.

Tra gennaio e febbraio il progetto sarà presentato al Comune, ma con gli uffici dell’Urbanistica c’è già stata ampia condivisione, tant’è che a Roma per la presentazione del progetto è intervenuta anche la dirigente Nicoletta Paiaro.

Prima dell’estate partirà la demolizione dell’edificio. Per la nuova costruzione serviranno circa due anni e due milioni e mezzo di euro.

Soldi che potrebbero arrivare da altri benefattori, dalla stessa Università e da altri finanziatori. Convinzione diffusa è che un sogno rimasto vivo per oltre quarant’anni non si spegnerà per una questione di soldi.

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