A Padova c’è una rete che lavora per far finire in tavola cibo a rischio spreco
Quadrato Meticcio si trova il martedì mattina in piazza Caduti della Resistenza e distribuisce i resti del Mercato ortofrutticolo ai bisognosi
![Spesa solidale con “Quadrato Meticcio” (foto Bianchi)](https://images.mattinopadova.it/view/acePublic/alias/contentid/1h1aq0du69a5d2iyfua/0/copia-di-copy-of-tome-agenzia-bianchi-padova-spesa-solidale-quadrato-meticcio.webp?f=16%3A9&w=840)
È una scoperta che molti hanno fatto durante il lockdown: c’è una fascia di popolazione che per motivazioni diverse – povertà economica, povertà di relazioni, mancanza di autonomia – ha difficoltà nell’accedere al cibo. E, contemporaneamente, c’è un sistema di produzione e di distribuzione che quel cibo lo spreca.
In quei mesi si è messa in moto una macchina straordinaria di gruppi e associazioni – coordinati dal Centro di Servizio per il volontariato – per assicurare alle persone il diritto al cibo. E quella macchina, in realtà, non si è più fermata.
L’associazione Quadrato Meticcio tutti i martedì mattina in piazza Caduti della Resistenza, in zona Palestro, distribuisce il cibo raccolto alla mattina tra i banchi del Mercato Ortofrutticolo (Maap) di Corso Stati uniti che altrimenti sarebbe destinato al macero – operazione chiamata in gergo la recupera.
«Non ci limitiamo a consegnare del cibo e rendere le persone passive – racconta Cecilia Previati del Quadrato Meticcio –, ma cerchiamo di instaurare relazioni organizzando cene, momenti conviviali, scambi di ricette, promozione di diete salutari per creare socialità in definitiva».
La recupera del cibo al Maap lo fanno ogni settimana anche gli attivisti di Food not Bombs che poi distribuiscono i prodotti in piazza Portello ad offerta libera.
Secondo Julian Pelivani di Food not Bombs «la recupera è una forma di lotta allo spreco e alla logica di mercato che da un lato impone prezzi insostenibili per molti e dall’altro un alto tasso di scarto».
A supportare diverse azioni di recupera è l’attivissimo Lorenzo Sambataro che diffonde presso vari gruppi e realtà questo strumento di solidarietà. Come in zona Crocefisso dove consegna alla Cooperativa Città Solare, due volte al mese, l’ortofrutta proveniente dal Maap che poi la Cooperativa distribuisce. E così succede all’Emporio solidale di via Piovese a Voltabarozzo.
A Forcellini è l’associazione Andrene che ogni martedì mattina presso l’ex trattoria La Grotta azzurra, distribuisce frutta e verdura recuperata.
«Vengono una quindicina di persone, anziani, ma anche famiglie, alcuni di loro mi hanno confidato che su questa distribuzione ci fanno affidamento» racconta Alice Zanetti, volontaria di Andrene. L
a distribuzione di ortofrutta alla Guizza è mensile grazie all’impegno dei volontari del Portierato di Quartiere e dell’associazione Quarto Tempo. «Con i proventi delle offerte» racconta Marco Finco «cerchiamo di rispondere ai diversi bisogni che emergano in quartiere: dai buoni per gli acquisti in cartoleria all’iscrizione agevolata al Grest estivo».
Se sono le piccole realtà ad accedere al cibo in eccesso del Maap è il progetto Rete Solida che fa capo alle Acli che riesce ad intercettare i prodotti in eccesso che vengono dalla grande distribuzione.
Parliamo di quantità importanti: «Abbiamo stipulato accordi con Despar, Conad e il gruppo Unicomm (A&O e Famila), funzioniamo da raccordo tra loro e cinquanta tra coop, associazioni, comunità che si prendono in carico i prodotti freschi e confezionati e li distribuiscono. Parliamo di qualcosa come 4000 quintali di prodotti all’anno» racconta Massimiliano Monterosso che del progetto Solida è stato l’ideatore ed è il responsabile.
Tra i soggetti che ricevono e distribuiscono cibo attraverso Rete Solida gli scout del gruppo Pablo Neruda che assicurano un pasto alla settimana ad una sessantina di famiglie in difficoltà e diversi gruppi Caritas parrocchiali.
Rete Solida ha anche avviato un servizio di recupero dalle mense scolastiche, a Padova ed Albignasego, e da quelle dell’Istituto Zooprofilattico e dell’Istituto di Fisica Nucleare di Legnaro anche se, ci confida, riuscire a recuperare il cibo già cotto è molto più complicato dal punto di vista logistico. Il recupero del cibo è un tratto distintivo delle Cucine Popolari di via Tommaseo che ricevono la frutta e la verdura dal mercato della Coldiretti di Brusegana.
Anche la cooperativa El Tamiso consegna periodicamente ortofrutta biologica alle cucine dirette da suor Albina Zandonà. Per gli prodotti provvede la Coop di via della Pace che consegna settimanalmente i prodotti – comunque buoni – che a breve scadrebbero. L’impatto di queste pratiche, grandi o piccole, è difficile da misurare perché, come ci ha raccontato Cecilia di Quadrato Meticcio: «il cibo funziona da pretesto per annodare legami sociali e contrastare ingiustizie» e far sentire alle persone che, così come il cibo che mangiano, non sono scarti.
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