Studentesse pestate all’uscita da scuola a Padova: «Colpite per un commento sgradito»
Ancora violenza tra giovanissimi. L’episodio di fronte all’istituto Leonardo Da Vinci: denunciate le tre assalitrici. I compagni hanno ripreso la scena coi cellulari

È stato un regolamento di conti in piena regola. Dall’attesa all’esterno della scuola alla dose di violenza contro le due vittime finite nel mirino delle assalitrici. Il tutto è accaduto di fronte all’istituto tecnico-professionale Leonardo Da Vinci di via San Giovanni di Verdara, poco dopo le 13 di martedì scorso.
A sottolineare la gravità della vicenda, oltre all’efferatezza dell’aggressione, è l’età di vittime e carnefici: le due giovani pestate a sangue, studentesse dell’istituto superiore del centro, hanno infatti appena 15 anni. Per quanto riguarda le autrici della violenza, hanno invece 13, 15 e 20 anni, padovane di origini tunisine: le due minori sono state segnalate alla Procura dei minori di Venezia, mentre la ventenne è stata denunciata per lesioni aggravate.
Secondo la Procura il tutto sarebbe scattato per futili motivi. Dopo la denuncia di una delle vittime, finita oltretutto in ospedale, indagano i carabinieri di Prato della Valle.
L’attesa davanti a scuola
La vicenda inizia con un appostamento delle tre bulle fuori dalla scuola, nel primo pomeriggio di martedì. Al suono dell’ultima campanella finiscono le lezioni, mentre studenti e studentesse si riversano in strada per tornare a casa in tempo per il pranzo.
C’è chi corre per prendere il bus, chi recupera la bicicletta e chi si incammina a piedi. Per due ragazze però la giornata prende una piega inaspettata. Una volta fuori dall’istituto di via San Giovanni di Verdara vengono bersagliate da una serie di insulti dalle tre bulle. Le parole si fanno sempre più pesanti, finché dall’aggressione verbale non si passa alle vie di fatto. Benché le due vittime siano entrambe padovane di seconda generazione, di origini africane, per gli investigatori poco centra il colore della pelle.
La violenza non avrebbe sfondo razzista. Dalle indagini sembra infatti che le ragazzine siano state ritenute “colpevoli” di avere rivolto un commento sgradito sul fidanzatino di una delle bulle. E tanto è bastato a trasformarle nel bersaglio dell’azione di rappresaglia. Una vendetta per futili motivi.
Dalle minacce alle vie di fatto
Dopo i primi schiaffi arrivano anche gli spintoni. A dare manforte nell’aggressione è soprattutto la ventenne che, anche grazie alla propria maggiore presenza fisica, conduce il pestaggio. Le vittime, anche quando cadono inermi a terra, continuano ad essere colpite e vengono raggiunte da diversi calci alla schiena e alla pancia.
Il tutto non accade in silenzio. Sotto al grido disperato delle giovani a terra che chiedono aiuto, ci sono le risa di altri studenti che, all’esterno dell’istituto, sono testimoni dell’atto brutale. Alcuni ragazzini, oltre a ridere, riprendono la scena con i cellulari. Non è chiaro se alcuni di questi possano anche avere incitato al pestaggio, e gli investigatori stanno proseguendo con l’identificazione dei presenti e l’accertamento di ogni responsabilità. Alla fine della zuffa, le tre assalitrici si sono date alla fuga, come niente fosse.
Una delle due vittime invece è stata ricoverata al Pronto soccorso per accertamenti. Per fortuna nessuna delle due ha riportato ferite gravi, ma la vicenda avrebbe potuto facilmente prendere una piega più pericolosa.
Denuncia e indagini
Una delle due ha anche sporto denuncia dai carabinieri di Prato della Valle, coordinati dal comandante Giancarlo Merli. I militari hanno acquisito un video che è stato girato dell’aggressione e circolato sulle chat di messaggistica degli amici delle vittime. Una cruda testimonianza di quei minuti di efferatezza e cieca violenza.
Coordinati dal sostituto procuratore Sergio Dini i carabinieri hanno analizzato il video e identificato le responsabili dell’agguato. L’abitazione della ventenne, che è indagata per lesioni aggravate (dai futili motivi), è stata perquisita nei giorni scorsi. Sono stati recuperati gli stessi abiti utilizzati martedì pomeriggio, e ripresi dai filmati.
È stato inoltre sequestrato il cellulare che potrebbe rivelare ulteriori elementi utili per ricostruire la genesi della colluttazione. La ragazza ha comunque confessato di fronte agli inquirenti, spiegando appunto che all’origine ci sarebbe stato proprio un commento rivolto dalle vittime al fidanzatino di una delle assalitrici. La ventenne, padovana di origini tunisine, era comunque già nota dalle forze dell’ordine.
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