Padova, rubate le zampe leonine al Pedrocchi

PADOVA. Sparite due “zampe leonine” del bancone marmoreo del Pedrocchi. Pochi probabilmente se ne accorgono, ma la storica sala rossa dello Stabilimento jappelliano è “monca”.
Uno sfregio al caffè storico di Padova che, secondo le prime informazioni raccolte da Palazzo Moroni, potrebbe essere avvenuto durante la “famosa” festa di Capodanno con il Caffè storico trasformato in una discoteca. Un’iniziativa, avallata dal direttore Manolo Rigoni che ha suscitato diverse polemiche per le violazioni alle norme di tutela del monumento previste dalla Soprintendenza.
Ben diverso però è il furto di oggetti storici dalle sale del caffè. Sfortunatamente il bancone non è quello originale di Jappelli ma una riproduzione. Subito dopo la seconda guerra mondiale infatti Angelo Pisani modificò gli ambienti storici dell’edificio sostituendo il bancone con banchi di foggia moderna. Nei restauri degli anni ’90 invece venne ripristinato l’antico arredamento.
Le “zampe leonine” trafugate quindi, seppure laminate in oro, sono realizzate in ottone e non hanno un grande valore economico. Quello che conta (e che stupisce) è il gesto. E la mancata vigilanza che ha provocato più di qualche irritazione. Sul caso a Palazzo Moroni le bocche sono tutte cucite. Ma è probabile che per l’attuale gestione del Pedrocchi, affidata alla F&de Group di Milano, possa scattare una diffida o addirittura una sanzione. Il direttore Rigoni, per cautela, ha comunque denunciato il furto alle forze dell’ordine, ma non avrebbe avvisato per tempo l’amministrazione.
Il furto potrebbe essere avvenuto proprio durante la serata di Capodanno. Una festa danzante a tema, caratterizzata dai diamanti e intitolata “Promise”, realizzata in collaborazione con i locali H222 e Salotto38, e pubblicizzata in diverse discoteche del Veneto. In occasione del saluto al 2018 infatti il party, con musica e danze, è andato avanti fino alle ore piccole. Ed è in questa occasione che potrebbe essere venuta meno la vigilanza, lasciando mano libera a chi ha voluto portarsi a casa un ricordo “originale” della serata.
La stessa serata era finita nel mirino della Soprintendenza, dopo alcune segnalazioni, principalmente per l’utilizzo di “fontane luminose” (o sparkler) nella storica Sala Rossini, al piano nobile, dove il pavimento in legno prevede il divieto assoluto di accendere qualsiasi tipo di fiamma, persino candele. Inoltre non era passato inosservato il fatto che al piano nobile sia stato organizzato un servizio di catering, quando le norme di comportamento sono rigidissime. Ad esempio bisognerebbe evitare che le mensole e i banconi in marmo diventino vassoi dove poggiare i bicchieri usati. Cosa che invece è puntualmente accaduta, come testimoniano le diverse fotografie che i clienti entusiasti hanno inserito nei social network.
Un caso, quello del furto delle “zampe leonine” del bancone scanalato della sala rossa, che potrebbe incrinare i rapporti tra la società che gestisce il Pedrocchi e il Comune che ne è proprietario. Eppure solo poche settimane fa, a fine novembre, era stata formata un’integrazione del contratto di concessione (per 15 anni) che ampliava l’area di gestione con un plateatico più ampio rispetto a prima.
Era stata programmata anche l’iniziativa di alcuni corsi di formazione dei funzionari della Soprintendenza per i dipendenti della F&de Group: vere e proprie indicazioni su come rispettare l’edificio storico del Pedrocchi. Corsi che non sono ancora partiti e che, evidentemente, arrivano troppo tardi visto che ormai il danno è fatto. Le “zampe leonine” infatti dovranno essere sostituite con nuove copie.
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