Padova, soprintendente rimosso dopo tre mesi in trincea su Pediatria e plateatici

Cambio improvviso alle Belle Arti: Tiné a Verona, a Padova arriva Magani. Giovedì l’avvicendamento, entro Natale da risolvere il rebus dell’ospedale
Il rendering di Pediatria
Il rendering di Pediatria

PADOVA. È durato appena tre mesi l’incarico di Vincenzo Tiné come Soprintendente alle belle arti, al paesaggio e all’archeologia di Padova e anche delle province di Belluno, Treviso e dell’area metropolitana di Venezia. Al suo posto, da Verona, arriva un altro padovano: Fabrizio Magani, già al vertice dei beni culturali e paesaggistici in Abruzzo nella delicata fase post-terremoto. Un avvicendamento, praticamente uno “scambio”, che si concretizzerà nel giro di poche ore, già domani il nuovo Soprintendente sarà in città. E si troverà ad ereditare le partite più “scottanti” in città. A partire dal caso della nuova Pediatria, il cui progetto dovrà essere rivisto entro poche settimane. Per passare poi alla vicenda dei plateatici e al via libera alla permuta delle palazzine liberty di piazzale Boschetti.

Fabrizio Magani
Fabrizio Magani


Quattro in un anno

È l’ennesimo cambio per la Soprintendenza di Padova che ha visto una girandola di professionisti alternarsi alla guida, subito dopo la scomparsa di Andrea Alberti, nel marzo scorso. Dopo poche settimane il timone era stato preso ad interim dalla Soprintendente di Venezia Emanuela Carpani, poi a settembre l’arrivo (richiamato dalla Liguria) di Tiné.

Ora l’arrivo di Magani, padovano, 58 anni, una lunga carriera professionale in giro per l’Italia. Oltre all’Abruzzo post-sisma, si è occupato del “Grande Progetto Pompei”, cioè il programma straordinario di interventi conservativi nella grande area archeologica campana. In più nella selezione internazionale avviata dal ministro Bonisoli per le nomine dei nuovi direttori dei musei italiani, Magani era entrato nella terna dei candidati a dirigere le Gallerie dell’Accademia a Venezia, battuto poi dallo storico dell’arte Giulio Manieri Elia.

Fabrizio Magani
Fabrizio Magani


Il caso Pediatria

Il nuovo Soprintendente Magani conosce molto bene Padova, dove ha curato numerosi restauri. Ora, nel giro di poche settimane, dovrà studiare il dossier della nuova Pediatria, che il suo predecessore stava gestendo assieme alla direzione generale archeologica di Roma. Il nuovo edificio, che dovrebbe sorgere al posto della ex Pneumologia appena demolita sarà alto 31 metri e si trova ad appena 17 metri dal Bastione Cornaro e a 24 dalla cinta cinquecentesca. Un progetto bocciato da Tiné con la richiesta di un intervento di alleggerimento dell’estetica lavorando sui materiali e di un intero piano di rigenerazione del Giustinianeo. Una posizione piuttosto intransigente che aveva sollevato le critiche del sindaco Sergio Giordani e del governatore Luca Zaia. Adesso l’arrivo di Magani potrebbe avere l’effetto di accelerare la soluzione del caso già prima di Natale.

Plateatici in bilico

Ma non c’è solo Pediatria tra i dossier “scottanti” sul tavolo del nuovo Soprintendente. L’altro caso, di cui si è discusso negli ultimi mesi, sono le nuove regole per i plateatici, decise quando alla guida di via Aquileia c’era Carpani. In questo caso, dopo settimane di confronti tra Comune, associazioni dei commercianti e Soprintendenza, si era arrivati a un compromesso, soprattutto per quanto riguarda l’uso di ombrelloni nelle piazza del centro. Il via libera era arrivato solo dal 1 giugno al 31 settembre e con orario limitato dalle 11.30 alle 17. L’ulteriore richiesta dei commercianti però è di arrivare almeno fino all’orario del tramonto, visto che alle 17 in estate il sole è ancora alto e fastidioso per chi beve un aperitivo in piazza.

In questo caso potrebbero trovare in Magani maggiore ragionevolezza, visto che in un’intervista all’«Arena di Verona» pochi mesi fa spiegava la sua filosofia: «Non credo che i divieti funzionino se poi bisogna derogare. Mi rifaccio al principio di patrimonio e di responsabilità».

Gli scontri con Tosi

Il rapporto con le amministrazioni comunali è una delle linee di frattura maggiori per le Soprintendenze. E proprio lo scambio Magani-Tiné ripropone nella città scaligera dinamiche di aspre polemiche avvenute in passato. Tiné infatti si è più volte scontrato con l’allora sindaco di Verona Flavio Tosi, in particolare quando aveva prospettato il possibile stop a concerti pop e opere liriche nell’Arena. Una situazione che si era rasserenata proprio con l’arrivo alla Soprintendenza veronese di Fabrizio Magani. —


 

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