Spese condominiali, a Padova aumenti fino al 15%. E’ l’effetto del rincaro di luce e gas
Gli amministratori preoccupati: «Gli inquilini sono arrabbiati. Situazione più pesante per il riscaldamento centralizzato»
Il pesante aumento dei costi del gas e dell’energia elettrica anche a causa della guerra tra Russia e Ucraina, sta facendo crescere le spese condominiali sia nei grandi palazzi che nei piccoli condomini.
Gli aumenti sono più marcati nei palazzi dove c’è il riscaldamento centralizzato e dove le bollette arrivano ogni sei mesi. Una situazione di disagio anche per gli amministratori condominiali che vengono contestati dagli inquilini per tali incrementi.
«Non è colpa nostra», spiega Giuseppe Parisi che amministra 500 immobili sia in centro che nelle periferie, «Non ci possiamo fare niente. Le spese condominiali dipendono dai recenti aumenti del gas e dell’energia fissati a livello nazionale dall’Arera, l’autorità di regolarizzazione per l’energia, le reti e l’ambiente. Dal primo gennaio le spese condominiali sono aumentate automaticamente del 10-15% e se prima un condomino pagava 1.000 euro al mese, adesso ne paga 1.150. Gli aumenti più pesanti riguardano i condomini con il riscaldamento centralizzato. Nelle abitazioni con il riscaldamento autonomo l’eventuale risparmio lo decide il singolo proprietario o inquilino abbassando i gradi o la fascia oraria in cui tenerlo acceso. Gli aumenti previsti saranno indicati nell’ambito dei relativi bilanci redatti ed inviati ai condomini ogni semestre. Gli aumenti riguardano quasi esclusivamente i costi dell’energia elettrica e del gas. Ad esempio le spese per le pulizie condominiali non hanno subìto aumenti».
Sull’argomento interviene Alfredo Gambato, presidente Anaci, l’associazione che riunisce centinaia di amministratori condominiali in territorio padovano.
«Quello degli aumenti dei costi del gas e dell’energia elettrica è, già da mesi, un problema serio a livello nazionale», sottolinea Gambato, «Purtroppo si riflette anche sui costi generali delle amministrazioni condominiali che al momento sono inevitabili e non dipendono da noi amministratori. Secondo me c’è una sola strada per non far crescere i costi generali anche delle amministrazioni condominiali. Non alzare mai, nelle singole abitazioni, la temperatura dei termosifoni o delle pompe di calore sino a 22 o addirittura a 23 gradi. Si sta bene anche con 19 o con 20 gradi».
Gambato a questo proposito spiega di aver preso parte a un incontro sul tema organizzato in Comune di Padova: «Ogni condomino ha anche una responsabilità sociale nei riguardi dell’ambiente che ci circonda. Ricordiamoci che, tenendo il riscaldamento leggermente più basso rispetto a quello abituale, si risparmi e ci si guadagna in salute. Dobbiamo prendere in considerazione anche il fattore ambiente».
Prosegue Gambato: «Abbassando le temperature medie da tenere in casa, negli uffici e nelle aziende si tutela inoltre l’ambiente evitando così di immette nell’ambiente anidride carbonica che da sempre, causa malattie, in primis di tipo polmonare. Insomma spetta a noi essere protagonisti nella svolta climatica in corso».
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