Padova, stuprata e pestata per un mese: arrestato il suo aggressore

La denuncia di una moldava che aveva accettato di condividere l’abitazione. A inchiodare l’uomo un video nel quale lei appare inginocchiata e minacciata

Cri.gen.
In un appartamento del quartiere Guizza (in foto) la ragazza ha vissuto l’inferno denunciato
In un appartamento del quartiere Guizza (in foto) la ragazza ha vissuto l’inferno denunciato

PADOVA. Un incontro casuale, poi il flirt e l’invito a trasferirsi a casa sua in cambio di una collaborazione domestica. Tutto sembra filare liscio ma, tempo qualche giorno, e l’idillio si trasforma in un incubo tra botte, violenze sessuali ripetute, minacce e quattro giorni sotto sequestro.

L’ARRESTO

Così è finito in carcere un 39enne moldavo residente a Padova in un appartamento nel quartiere Guizza: a firmare la misura cautelare il gip Elena Lazzarin su richiesta del pm Roberto Piccione, titolare dell’inchiesta. Un’inchiesta svolta dai carabinieri della stazione di Prato della Valle.

Ieri si è tenuto l’interrogatorio di garanzia nei confronti del 39enne difeso dai legali Alberti e Fucile.

L’uomo ha negato ogni accusa, parlando di rapporti consenzienti.

L’INCUBO

Tutto nasce dalla denuncia della giovane donna che, accompagnata da una zia, si presenta nella stazione dell’arma per avere un aiuto. E racconta l’incubo vissuto lo scorso marzo.

Appena un mese fa l’arrivo in città e subito conosce il connazionale 39enne: tra i due c’è una simpatia poi una breve relazione. Lei, che non ha ancora un lavoro, chiede qualche informazione; lui le propone di trasferirsi nella sua abitazione alla Guizza e, in cambio dell’ospitalità, di provvedere alle faccende domestiche.

I primi giorni sembrano trascorrere tranquilli. Poi una sera il 39enne rientra a casa molto alterato dall’alcol e forse dall’assunzione di qualche sostanza. È aggressivo, collerico e basta un nonnulla per fare esplodere la sua rabbia che si manifesta sia con botte sia con un rapporto sessuale ottenuto con la forza. Inutili le lacrime: dall’altra parte solo minacce e l’invito a stare zitta. Ogni giorno è un crescendo di violenze sia sessuali che fisiche e psicologiche.

Lei, che non ha né un lavoro né una casa) è costretta a tacere. Ma non solo. A un certo punto il 39enne – sempre stando al racconto fornito dalla ragazza agli investigatori –– l’avrebbe chiusa in casa per quattro giorni: lui, di tanto in tanto usciva e, in quel caso, chiudeva la porta a chiave dall’esterno. Al rientro, solo botte e sesso, anche molto violento e preso con la forza.

LA FUGA E LA SALVEZZA

Finalmente un giorno durante l’assenza dell’uomo, la giovane donna trova una via di fuga: scavalca il balconcino del bagno facendo un salto nel cortile del palazzo visto che l’abitazione è al primo piano. Poi raggiunge subito la zia che vive in città alla quale, in lacrime, racconta tutto.

Quest’ultima non ci pensa due volte e convince la nipote a rivolgersi alle forze dell’ordine e a denunciare il suo aguzzino.

E così avviene: la 35enne si presenta accompagnata dalla parente, nella stazione di Prato della Valle dove i carabinieri raccolgono la sua denuncia e trasmettono un rapporto in procura. Rapporto che finisce sul tavolo del pm Piccione, specializzato nel perseguire i cosiddetti reati nei confronti delle “fasce deboli”.

Iniziano gli accertamenti affidati sempre ai carabinieri e nel frattempo il 39enne finisce nel registro degli indagati per i reati di sequestro di persona, violenza sessuale, lesioni volontarie (sia pure con una prognosi inferiore ai 20 giorni).

Viene ordinata una perquisizione nell’appartamento del quartiere Guizza dove sono trovate tante bottiglie di alcolici: è sequestrato il cellulare in uso al 39enne e, al suo interno, è scoperto un video realizzato dall’uomo nel quale si vede la 35enne costretta a inginocchiarsi davanti a lui mentre è sotto la sua minaccia. Parte la richiesta di misura cautelare in carcere firmata dal giudice ed eseguita dai carabinieri.

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